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Sbarchi. Migrantes: “Accoglienza, cooperazione e impegno di tutta l’Ue”

Perego: “I nostri vicini continueranno ad arrivare, li spingono guerre, povertà e persecuzioni”. Le proposte dei vescovi italiani

Roma – 23 aprile 2014 – “Gli sbarchi continueranno”. Non si fa illusioni monsignor Gianfranco Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. Il numero uno dell’organismo dei vescovi italiani dedicato agli immigrati sa che “i nostri vicini, dalle altre coste dello stesso Mare Mediterraneo non si rassegnano a vivere in situazione di guerra, di povertà, di persecuzione, ma si sono messi in cammino”.

Che fare? Migrantes propone tre azioni: soccorrere e accogliere chi arriva sulle nostre coste, favorire lo sviluppo dei Paesi d’origine e impegnare tutta l'Ue a gestire e valorizzare le migrazioni.

Innanzitutto, “non smobilitare, ma continuare e rafforzare a livello europeo l’operazione Mare nostrum”. Chiudere l’operazione militare-umanitaria avviata dall’italia significherebbe infatti “non solo indebolire la sicurezza nostra e di chi attraversa il Mediterraneo, ma significa anche ridare il Mediterraneo ai trafficanti di esseri umani”.

Piuttosto, serve un ulteriore rafforzamento del progetto SPRAR, “che apra i nostri 8.000 comuni a un’accoglienza come progetto politico, per rinnovare le nostre comunità a partire dai giovani migranti”. E “si dovrà investire nell’adeguamento e nella sicurezza dei porti importanti per gli arrivi dei migranti, oltre che in personale necessario per l’accompagnamento e la mediazione culturale, la tutela sanitaria”.

Migrantes chiede poi di “investire da subito in cooperazione e sviluppo”, dal momento che l’emergenza ha cause ben precise: “la povertà, la fame e la sete, le guerre di un Continente come l’Africa al di là del Mediterraneo”. Anziché vendere armi a questi Paesi o sfruttarne le risorse bisogna investire “in azioni diplomatiche di mediazioni dei conflitti, in investimenti in cooperazione allo sviluppo, nel condono del debito estero dei Paesi più poveri”. Valorizzando i migranti come “risorsa economica e sociale nel continente europeo”.

Infine, “dall’Europa, la casa comune che andiamo a rinnovare con il voto, sarà indispensabile che arrivi, a partire dal semestre italiano, il segnale di una consapevolezza politica comune della valorizzazione delle migrazioni, con un’attenzione particolare alla mobilità delle persone, alla tutela di chi chiede una protezione internazionale, allo scambio di buone prassi”. Come auspicato dalla Conferenza di Vescovi della comunità europea, “la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo deve essere condivisa in maniera proporzionale dagli Stati membri”.

“Ogni caduta in letture culturali, sociali e politiche delle migrazioni viziate da pregiudizi che alimentano conflittualità – conclude Perego – minano le nostre città e non costruiscono il futuro insieme”.
 

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