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Banca d’Italia: più ingressi per lavoro dall’estero contro il calo demografico

Roma, 3 giugno 2024 – Più ingressi per lavoro dall’estero possono contribuire a rilanciare l’occupazione in Italia, contrastando il calo demografico. Ma vanno gestiti coordinandosi con gli altri paesi Ue, salvaguardando gli equilibri sociali e “rafforzando le misure di integrazione“. 

È quanto sottolinea il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta nelle considerazioni finali che accompagnano la Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d’Italia sul 2023diffusa oggi. In un paragrafo dedicato al calo demografico e alle risposte del mercato del lavoro, il governatore della Banca d’Italia – ricorda che secondo l’Istat, da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170.000 persone all’anno. Questa contrazione si tradurrebbe in un calo del PIL del 13 per cento, del 9 per cento in termini pro capite11.

“Nonostante la crescita dell’ultimo decennio – scrive Panetta –  la partecipazione al mercato del lavoro, pari al 66,7 per cento, rimane di 8 punti percentuali inferiore alla media dell’area dell’euro. Il divario non è ampio per gli uomini, ma sale a 13 punti percentuali sia per i giovani tra 20 e 34 anni sia per le donne. L’occupazione giovanile ha risentito della bassa crescita12. Molti hanno cercato migliori prospettive di lavoro all’estero: 525.000 giovani italiani sono emigrati tra il 2008 e il 2022; solo un terzo di essi è tornato in Italia. Hanno lasciato il Paese soprattutto i laureati, attratti da opportunità retributive e di carriera decisamente più favorevoli13. L’esodo indebolisce la dotazione di capitale umano del nostro paese, tradizionalmente afflitto da bassi livelli di istruzione.

Il tasso di occupazione femminile è ancora al 52,5 per cento. In Italia è difficile conciliare impegno lavorativo e carichi familiari. L’abbandono del mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio è tra le principali motivazioni della bassa partecipazione ed è positivo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dedichi risorse rilevanti ai servizi per l’infanzia

Ad accrescere l’occupazione potrebbero contribuire misure volte a promuovere una diversa organizzazione del lavoro tra quello in presenza e quello a distanza; una revisione del sistema di detrazioni e trasferimenti che riduca i disincentivi al lavoro del secondo percettore di reddito in una famiglia15; l’adozione di politiche per stimolare l’assunzione di persone da tempo fuori dal mercato del lavoro.

Decisi aumenti dei tassi di occupazione – fino ai livelli medi dell’area dell’euro – potrebbero arrivare a controbilanciare gli effetti del calo demografico e mantenere invariato il numero degli occupati. È inoltre possibile che un sostegno all’occupazione derivi da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall’Istat. Occorrerà gestirlo, in coordinamento con gli altri paesi europei, bilanciando le esigenze della produzione con gli equilibri sociali e rafforzando le misure di integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro.

Ma è chiaro – conclude il governatore di Bankitalia –  che anche con maggiore occupazione e maggiori flussi migratori l’apporto del lavoro alla crescita dell’economia non potrà che essere modesto. Solo la produttività potrà assicurare sviluppo, lavoro e redditi più elevati”.

FONTE NEWS: Integrazione Migranti

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