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Case popolari. La Lega Nord prova a tagliare fuori gli immigrati

Progetto di legge in Lombardia. Agli stranieri al massimo il 15% delle assegnazioni e solo se risiedono in Regione da 10 anni

 
Milano – 26 giugno 2015 – “Nelle case popolari ci sono troppi immigrati”, sostiene la Lega Nord. Così in Lombardia, Regione dove è al governo, prova a cambiare le regole di assegnazione, penalizzando, manco a dirlo, i cittadini stranieri. 
 
Un progetto di legge presentato ieri dal capogruppo Massimiliano Romeo si propone di "stabilire nuovi criteri più equi”, perché "l'attuale graduatoria sfavorisce i lombardi". In che modo? Innanzitutto innalzando da 5 a 10 gli anni di residenza minima sul territorio regionale per poter partecipare ai bandi dell’edilizia residenziale pubblica. 
 
Inoltre, si introduce un tetto massimo per gli inquilini immigrati. Il progetto di legge vuole infatti cancellare l’attuale graduatoria unica, inserendo quello che viene chiamato un mix sociale secondo queste quote di assegnazione: anziani 35%, giovani coppie 20%, famiglie italiane 15%, famiglie straniere 15%, disabili, separati e altre categorie 15%.
 
La Lega Nord vuole anche maggiori controlli sugli stranieri, per verificar es ehanno già case in patria e, in uel caso, vietare loro l’accesso alla casa popolare in Lombardia. “Siamo intenzionati – ha annunciato Romeo – a portare in discussione il progetto di legge a settembre in modo da arrivare all’approvazione entro la fine del 2015”.
 
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