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Caso Ablyazov. Boldrini “Istituzioni rispettino i diritti umani”

La presidente della Camera: "Compiacenze e omissioni sull'espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazaco. Quanti altri casi analoghi?"

Roma  – 16 luglio 2013 – ''Colpisce e preoccupa che le autorita' di un Paese'' noto per il mancato rispetto dei diritti umani come il Kazakistan ''possano richiedere e ottenere l'espulsione di alcuni loro concittadini, e conseguente rimpatrio, trovando immediata compiacenza nelle autorita' italiane, senza che venga previamente verificata la posizione delle persone coinvolte e le conseguenze del rimpatrio delle due donne, cosi' come previsto dell'art.19 del Testo unico sull'immigrazione''.

Lo scrive il presidente della Camera, Laura Boldrini, in un articolo pubblicato su 'l'Unita'' dedicato all'espulsione lampo della moglie e della figlia del dissidente kazako Muhktar Ablyazov.

Boldrini ricorda che ''la sentenza con cui la Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti in alto mare, ha precisato che esiste a carico degli Stati un dovere di verifica delle conseguenze del rinvio verso il Paese di provenienza''.

''Ritengo che anche quando vi sono in gioco interessi economici o politici – ha sottolineato il presidente della Camera – all'autorita' pubblica e all'azione di governo non sia consentito derogare alle norme internazionali sui diritti umani. E' una battaglia culturale da portare avanti, d'altronde – aggiunge la terza carica dello Stato – e' nel livello di rispetto di tali diritti la misura della capacita' di un Paese di imporre la propria autorevolezza sulla scena internazionale''.

La presidente della Camera scrive che quando era portavoce dell''Alto Commissariato delle Nazioni Unite ha conosciuto ''funzionari di prefettura o della polizia di Stato che con grande responsabilita' e professionalita' affrontavano il difficilissimo compito di valutare le domande di asilo''. Nonostante cio', ha rimarcato il presidente Boldrini, ''l'esperienza dell'espulsione della signora Shalabayeva ci fa pensare che possono permanere nell'amministrazione pubblica comportamenti omissivi e superficiali che devono essere contrastati con vigore''.

Inoltre la vicenda ''ci fa sorgere un interrogativo inquietante: quante altre volte possono essere accaduti episodi analoghi senza che l'opinione pubblica ne fosse informata?''.

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