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Caso Iuventa, dopo sette lunghi anni la Procura di Trapani chiede il non luogo a procedere

Roma, 28 febbraio 2024 – Dopo un lungo iter investigativo durato sette anni, la Procura di Trapani ha richiesto al Giudice per le Udienze Preliminari il non luogo a procedere per tutti gli imputati nel caso della Iuventa, l’imbarcazione della ong tedesca “Jugend Rettet” impegnata nel soccorso in mare dei migranti. Questa richiesta segna una clamorosa svolta nel processo, mettendo in discussione le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mosse ai membri dell’equipaggio.

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Migranti, Iuventa: la Procura chiede il non luogo

Secondo quanto emerso dalla Procura, “il fatto non costituisce reato”. Di conseguenza, è stata avanzata anche la richiesta di restituzione della nave di soccorso, sequestrata nel 2017. Le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, scattate sette anni fa, sembrano quindi non avere più fondamento agli occhi dell’accusa. Tra l’altro, la stessa ha ammesso la mancanza di credibilità dei principali testimoni e l’assenza di prove concrete dell’illecito contestato agli imputati. L’accusa sosteneva che i membri dell’equipaggio della Iuventa non avrebbero prestato soccorso ai profughi, bensì avrebbero agito come “taxi”. Perciò, avrebbero trasbordato i migranti dalle navi dei trafficanti libici e consentendo poi ai trafficanti stessi di tornare indietro indisturbati. Tuttavia, le indagini non hanno portato a prove sufficienti a supportare queste affermazioni. Così l’accusa ha ammesso che le informazioni emerse durante l’udienza preliminare non hanno confermato le ipotesi iniziali.

La richiesta di non luogo a procedere è stata accolta con soddisfazione dai membri dell’equipaggio e dall’organizzazione stessa, che hanno definito questa decisione “un passo nella giusta direzione”. Dopo anni di incertezza e contestazioni, la possibilità di vedere cadute le accuse mosse ai volontari che si sono dedicati al salvataggio di vite umane rappresenta un momento di sollievo per tutti gli interessati. E nonostante la richiesta dell’accusa, spetta al Giudice per le Udienze Preliminari decidere se accogliere o meno la richiesta di non luogo a procedere.

Amnesty International, che ha supportato l’organizzazione durante tutto il procedimento legale, ha accolto positivamente la richiesta del pubblico ministero, sottolineando l’importanza di garantire il diritto alla giustizia e la restituzione degli strumenti necessari per continuare le operazioni di soccorso in mare.

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