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Cgil: “Chiudere i Cie ed abolire reato clandestinità”

Il sindacato ascoltato in Commissione alla Camera su ddl sicurezza ROMA, 24 aprile 2009 – "Chiudere i centri di identificazione ed espulsione (Cie)".

E’ l’indicazione avanzata dalla Cgil, in una audizione di ieri dei sindacati in Commissione Giustizia e Affari costituzionali (riunite) sul ddl sicurezza.

Per la Cgil "non solo non va prevista nessun prolungamento di permanenza nei Cie, ma va annullato il principio, molto simile alla detenzione preventiva e senza un giudizio motivato di un magistrato, della permanenza degli extracomunitari in queste strutture, e in conseguenza va prevista la chiusura dei Cie".

Per il sindacato poi "vanno respinti tutti gli odiosi aumenti del pagamento di tasse per la concessione dei permessi di soggiorno". Inoltre, aggiunge l’organizzazione, "respingiamo la introduzione nel nostro ordinamento del reato di immigrazione clandestina e della conseguente aggravante penale, per reati compiuti dallo straniero clandestino.

Questi ci sembrano concetti in palese contrasto con i principi costituzionali e dei diritti fondamentali della persona". Occorre poi "ripristinare il divieto assoluto per i medici e i parasanitari di denunciare lo straniero, anche se clandestino, che richiede cure sanitarie", mentre va bocciata "l’estensione dell’onere di esibizione del titolo di soggiorno ai fini del perfezionamento degli atti di stato civile, che precluderebbe di fatto,la registrazione della nascita e della morte,il riconoscimento dei figli naturali ed il matrimonio".

"Respingiamo anche – sottolinea il sindacato – la istituzione del registro per i senza fissa dimora. E’ una norma di cui non si ravvede la necessità e che aumenta costi e incombenze inutili per le forze di polizia nazionali e locali, già private di ingenti risorse".

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