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Cittadinanza. Caritas e Migrantes: “Subito riforma per le nuove generazioni”

“Politica dia un segnale chiaro per rispondere alla volontà di integrazione dei giovani”. Presentato il Rapporto Immigrazione, presenza sempre più stabile

 

 

Roma – 5 luglio 2016 – Al 1° gennaio 2015 risiedevano in Italia 60.795.612 abitanti, di cui 5.014.437 di cittadinanza straniera (8,2%):  2.641.641 donne (52,7%). Rispetto alla stessa data del 2014, la popolazione straniera è aumentata di 92.352 unità (+1,9%). Al 1° gennaio 2015 risultano in corso di validità 3.929.916 permessi di soggiorno di cui il 48,9% riguarda le donne.

Sono solo alcuni dati del Rapporto Immigrazione curato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma.

 Il totale dei permessi si ripartisce tra 1.681.169 “con scadenza” (57,2%) e di cui il 47,3% riguarda donne, e 2.248.747 “di lungo periodo” (42,8%), per i quali la percentuale femminile è del 50,1%. Distinguendo i permessi nella loro totalità per aree di origine, si nota che la quota maggiore riguarda i paesi dell’Europa centro-orientale (30%), seguiti in ordine decrescente, dall’Africa settentrionale (20,7%), l’Asia centromeridionale (13,9%) e l’Asia orientale (13,4%)

Considerando poi le nazionalità più numerose, distinguono il Marocco (13,2%), l’Albania (12,7%), la Cina (8,5%) e l’Ucraina (6,0%). Per quanto riguarda i permessi di soggiorno con scadenza (1.681.169) al 1° gennaio 2015 si conferma, rispetto al 2014, la prevalenza dei motivi di lavoro (52,5%) e di famiglia (34,1%). Si riscontra una quota significativa di uomini tra i soggiornanti per motivi di lavoro (60,3%) e una quota significativa di donne tra i soggiornanti per motivi di famiglia (64,5%).

Il segnale più emblematico – sottolineano Caritas e Migrantes – della tendenza degli stranieri a stabilizzarsi e quindi integrarsi in Italia è, peraltro, confermata dal fatto che sul totale dei permessi rilasciati per motivi familiari, le donne sono il 60,3%. Va, infine, rilevato che il terzo motivo per importanza è quello legato alla richiesta di asilo (7,0%) che, rispetto agli anni precedenti, ha sopravanzato il motivo dello studio. Al 1° gennaio 2015 in Italia sono presenti ben 198 nazionalità su un totale mondiale, al 2016, di 232 (fonte Onu).

Nell’anno scolastico 2014/2015 erano 814.187 gli alunni stranieri nelle scuole italiane, di cui 445.534 nati in Italia, questi ultimi aumentati del 7,3% rispetto all’anno precedente. Rappresentavano il 9,2% della popolazione scolastica italiana, con una crescita annuale dell’1,4%, segno di un insediamento stabile con la propria famiglia.

Caritas e Migrantes rilanciano, in questa occasione, l’appello ad una rapida approvazione della legge sulla cittadinanza (licenziato dalla Camera e ora al vaglio del Senato) che prevede l’introduzione dello “ius soli” in forma temperata (uno dei genitori deve avere il permesso di soggiorno da almeno un anno) e un iter particolare per i minori stranieri arrivati da piccoli in Italia. “Nonostante le carenze per favorire l’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione – ha affermato don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana -, riteniamo sia comunque importante che i nostri politici diano un segnale chiaro di risposta alla volontà di integrazione delle nuove generazioni”.

Lo slogan “cultura dell’incontro” è stato scelto per questa edizione del rapporto “in una prospettiva che guarda lontano oltre la interculturalità – termine oggi di cui si è fatto più abuso che uso – e finanche oltre il più recente termine di transculturalità, nella certezza che solo ponendo al centro della riflessione l’uomo, non come individuo singolo, ma in dialogo con l’altro, sia possibile creare la società civile del domani, quella che è in grado di ‘integrare, dialogare e generare’.

Se dai volti e dalle storie quotidiane emerge la parola incontro, i numeri parlano di stabilità, anche se in alcune regioni si registra un calo di presenze. Sono infatti sostanzialmente stabili i numeri dei cittadini stranieri residenti nel nostro paese, pari a 5 milioni circa (+1,9%) nel 2015. La tanto temuta “invasione” che qualcuno paventava con gli sbarchi dello scorso anno, non ha praticamente prodotto effetti sulla composizione del panorama migratorio nazionale.  Molti di coloro che sono giunti via mare hanno lasciato il nostro paese mentre una parte residuale ha chiesto l’asilo. Sono altri i paesi in Europa che nel corso del 2015 hanno visto crescere sensibilmente la popolazione straniera tra cui Germania e Gran Bretagna.

L’assenza di vie regolari per l’ingresso in Italia ha di fatto congelato il nostro paese su numeri che vedono una incidenza degli stranieri sulla popolazione totale di poco superiore all’8% e con caratteristiche che sono assimilabili al recente passato eccezion fatta per la cittadinanza le cui acquisizioni sono in forte aumento +29% (129.887).

Dunque, voglia di stabilità che si scontra con gli innumerevoli ostacoli che si frappongono nel percorso di integrazione: sono ancora molto sovra rappresentati gli stranieri nelle statistiche sulla dispersione scolastica, per quando riguarda i reati, per ciò che riguarda le loro condizioni di lavoro e il trattamento salariale. Ma nonostante le tante difficoltà con il contributo di tutti, dicono Caritas e Migrantes, è possibile promuovere una seria politica di costruzione di una società integrata e armoniosa, che è nelle mani di tutti noi. Non basta convivere nella società, ma la società bisogna crearla continuamente insieme.

 

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