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Cittadinanza, occhi puntati sulla riforma alla Camera. Favorevoli e contrari

Si attende la ripresa dei lavori in Commissione sulle nuove regole per diventare italiani. No di Lega Nord e Forza Italia, mentre il M5S per ora si astiene

 

Roma – 1 settembre 2015 – La Camera dei Deputati sarà chiusa per ferie fino all”8 settembre, mentre ancora non è stata fissata la ripresa dei lavori in Commissione Affari Costituzionali. È da lì che ripartirà il cammino della riforma della cittadinanza

Finalmente, c’è un punto fermo: il testo unificato presentato a fine luglio in Commissione dalla relatrice Marilena Fabbri, deputata del Partito Democratico. È tutto dedicato alle cosiddette seconde generazioni, i figli degli immigrati per i quali oggi il cammino verso la cittadinanza è un percorso a ostacoli: devono essere nati qui e viverci ininterrottamente per almeno diciotto anni prima di poter presentare domanda. 

La proposta della relatrice combina invece i principi dello ius soli temperato e dello ius culturae. Sarebbero subito italiani i bambini che nascono  in Italia da genitori regolarmente residenti da almeno cinque, mentre gli altri dovrebbero prima frequentare qui cinque anni di scuola. Non ci sarebbero invece novità per la naturalizzazione degli adulti. 

Il 4 agosto quel testo è stato adottato a maggioranza come testo base dalla Commissione. Vuol dire che si parte di lì, ma non si sa dove si andrà a finire: ora i deputati presenteranno degli emendamenti per modificarlo, quindi seguirà la discussione e l’approvazione di un testo da portare in Aula. 

In quell’ultima seduta della commissione sono venute fuori anche le diverse posizioni dei gruppi politici. Oltre che del Partito Democratico, il testo ha incassato l’appoggio di Sinistra Ecologia e Libertà, che chiede una riforma anche per gli adulti, e, con alcuni distinguo, di Area Popolare e Scelta Civica Per l’Italia. 

Contraria, ma si sapeva, la Lega Nord. No anche da Forza Italia, la cui deputata Annagrazia Calabria ha rimesso a sopresa il mandato da correlatrice. Meno chiara la posizione del Movimento 5 Stelle, che pur avendo chiesto in passato una riforma per minori molto simile a quella del testo, si è astenuto dalla votazione. 

numeri per portare a casa la riforma, comunque, sembrano esserci. Alla ripresa dei lavori sarà però più chiaro quanto sia ragionevole sperarci. 

EP

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