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Comunicare l’immigrazione, una guida per informare bene

In un manuale promosso dal ministero del Lavoro lo scenario italiano ed europeo, leggi, buone prassi, storie positive e un glossario. Ogongo (Africa News): “La buona comunicazione salva la vita”

Roma – 20 febbraio 2012 – Bisogna conoscere l’immigrazione e fuggire dagli stereotipi se si vuole fare informazione in maniera corretta. Nasce su questa base “Comunicare l’immigrazione: Guida pratica per gli operatori dell’informazione”, presentata oggi a Roma.

Promossa dalla Direzione Immigrazione del Ministero del Lavoro e realizzato dalla Cooperativa Lai-momo e dal Centro Studi e Ricerche Idos, la guida è vuole essere un contributo alla corretta informazione sull’apporto dei cittadini stranieri alla vita sociale ed economica italiana e verrà distribuita alle redazioni stampa, radio, tv e web nazionali e locali.

“Comunicare l’immigrazione” traccia le linee fondamentali dello scenario migratorio in Italia, con dati storici e statistici sulla presenza dei cittadini stranieri, fornisce un quadro legislativo e definisce le competenze delle varie istituzioni. Allarga quindi lo sguardo all’Europa, con una sintesi comparata dei vari aspetti dell’immigrazione nei ventisette Paese membri dell’Unione.

Si concentra poi sul mondo dell’informazione, parlando delle distorsioni dei media (una volta su due i media parlano di immigrazione in rapporto a cronaca nera o giudiziaria) e, soprattutto, delle buone prassi. Offre poi una carrellata di storie “positive” di immigrati che arricchiscono l’Italia e un utile glossario, dalla “a” di asilo politico alla “v” di visti.

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“Comunicare l’immigrazione: Guida pratica per gli operatori dell’informazione” (cap. 1-3, cap.4-5, cap.6)

Intervenendo stamattina alla presentazione, il sottosegretario al Lavoro Maria Cecilia Guerra ha criticato l’approccio negativo dei media. “Si punta su certi argomenti” come cronaca nera e giudiziaria che creano stereotipi. Tale approccio, ha detto, punta a simboleggiare l’immigrazione come un pericolo, una minaccia.

Il Sottosegretario ha annunciato che insieme all’ordine dei giornalisti verrà organizzato un corso speciale sulla comunicazione dell’ immigrazione, indirizzato a 50 giovani. Ci saranno poi corsi di aggiornamento per i giornalisti, specialmente per le testate regionali.

Natale Forlani, Direttore Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fatto un richiamo ai giornalisti a cominciare a parlare degli immigrati come realtà del paese, e di evitare di drammatizzare le cose. Ha detto poi che l’Italia ha fatto grandi passi nell’integrazione degli immigrati, nel promuovere le relazioni positive: “La nostra realtà è migliore di quella che abbiamo raccontato”.

“L’Italia forse ha qualcosa da insegnare agli altri paesi, ha ribadito Forlani. Nell’introduzione alla guida sottolinea poi l’importanza di “garantire un’informazione obiettiva e priva di stereotipi e pregiudizi, idonei a generare o alimentare quei conflitti sociali che molto spesso caratterizzano le società contemporanee”.

Nel suo intervento, il prefetto Angelo Malandrino, Ministero dell’Interno, Direttore Centrale Politiche Immigrazione e Asilo ha detto che bisogna comunicare il fatto che l’immigrazione non è assolutamente un problema.Quando parliamo degli immigrati, ha detto Prefetto Malandrino, “parliamo di persone che hanno gli stessi diritti e doveri abbiamo noi.”

Il Viminale, ha aggiunto Malandrino, organizzerà corsi di aggiornamento ai funzionari comunali che sono il primo contatto tra il cittadino è l’amministrazione. Il corso li aiuterà a conoscere i diritti degli immigrati in modo che si possono evitare situazioni nelle quali agli immigrati vengono negati i servizi di cui hanno diritto.

“Comunicare l’immigrazione è prima di tutto un servizio e come tale, richiede una certa preparazione,” ha detto Stephen Ogongo, direttore di Africa News. “Spero che questo manuale sia il primo passo verso una ricerca profonda sull’argomento. Spero anche che presto si possa arrivare ad avere seminari o corsi a livello universitario su come comunicare l’immigrazione.”

“Ciò che veramente rende comunicare l’immigrazione un servizio nobile – ha aggiunto Ogongo – è che se lo fai bene, puoi salvare la vita di qualcuno. Puoi aiutare qualcuno ad uscire dalla clandestinità, che spesso è uguale ad aver salvato la vita a quella persona. Ma se lo fai male, puoi spingere qualcuno a diventare clandestino con tutte le sue conseguenze. Questo è uguale ad aver rovinato la vita di qualcuno.”

 

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