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Confagricoltura: “Il Decreto Flussi è troppo lento per le esigenze dell’agricoltura”

Roma, 23 giugno 2025 – I meccanismi attuali del decreto Flussi non rispondono alle reali necessità delle aziende agricole italiane. A sottolinearlo è stato Roberto Caponi, direttore generale di Confagricoltura, durante un recente intervento alla sede del Ministero del Made in Italy, in occasione di un convegno promosso dall’Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati (Anfe).

Nel cuore del dibattito, il problema dell’inverno demografico e della crescente scarsità di lavoratori, che colpisce in modo particolare il settore primario. Temi strettamente connessi, che richiedono strumenti più rapidi ed efficaci per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Secondo Caponi, i tempi richiesti per ottenere l’autorizzazione all’ingresso di manodopera extracomunitaria sono incompatibili con le esigenze del comparto agricolo: “Sono necessari circa nove mesi per avere materialmente i lavoratori richiesti tramite decreto Flussi. Un ritardo che penalizza le imprese e ne limita la possibilità di offrire contratti regolari”.

Il direttore di Confagricoltura ha evidenziato come l’agricoltura debba fare i conti con i tempi della natura, che non aspettano le lentezze burocratiche: “C’è una stagione per la semina e una per la raccolta, e le aziende devono essere nelle condizioni di agire quando serve”.

Oltre ai ritardi, il problema investe anche la qualificazione del personale. L’agricoltura moderna non richiede più soltanto manodopera non specializzata, ma figure preparate all’uso di tecnologie avanzate, agricoltura 4.0 e metodi rigenerativi. “È urgente una professionalizzazione dei lavoratori interessati – ha dichiarato Caponi – soprattutto considerando che 1/3 della forza lavoro non è italiana né europea”.

Nel corso del convegno si è parlato anche delle potenzialità offerte dagli italoargentini e italobrasiliani di seconda e terza generazione, disponibili a trasferirsi in Italia per lavorare in settori chiave come quello sanitario, ingegneristico e, naturalmente, agricolo.

Per rispondere a queste sfide, Confagricoltura ha avviato accordi bilaterali con Tunisia e più recentemente con l’Uzbekistan, oltre ad aver lanciato il portale ConfagriJob, sviluppato in collaborazione con Umana e Indeed, per facilitare il reclutamento e la formazione della nuova forza lavoro agricola.

Il messaggio è chiaro: per garantire il futuro dell’agricoltura italiana servono politiche migratorie più rapide, programmi formativi mirati e una visione capace di valorizzare il capitale umano, a prescindere dalla provenienza.

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