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Consiglio Europeo: “Rivedere le regole di Schengen”

In casi eccezionali e per un tempo limitato, sì al ripristino dei controlli alle frontiere. Le conclusioni del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue

Roma – 24 giugno 2011 – Rivedere le regole Schengen, prevedendo in casi eccezionali il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere. Più cooperazione, solidarietà e aiuti concreti per gli Stati europei soggetti ai flussi irregolari. Partenariati con i Paesi d’Origine e impegno per un Sistema  europeo comune di asilo.

Sono alcuni degli obiettivi indicati dai capi di stato e di governo dell’ue, che formano il Consiglio europeo, riuniti oggi a Bruxelles.

Nelle conclusioni del vertice, si legge che “la libera circolazione delle persone è uno dei maggiori e più tangibili successi dell’integrazione europea nonché una libertà fondamentale”. Il Consiglio chiede però anche nuove regole che aumentino “la fiducia reciproca tra gli Stati membri”.

Insieme a un più efficace sistema di monitoraggio, si auspica l’introduzione di “un meccanismo per far fronte a situazioni eccezionali”, che comprenda una serie di misure da applicare in maniera progressiva quando uno dei Paesi membri è soggetto a una forte pressione di immigrazione irregolare. Innanzitutto deve  intervenire Frontex, l’Agenzia delle frontiere esterne, con “visite d’ispezione e sostegno tecnico e finanziario nonché assistenza, coordinamento e intervento”.

Se però uno Stato membro non riuscisse più ad adempiere i propri obblighi nell’ambito delle regole Schengen, potrebbero essere reintrodotti eccezionalmente i controlli alle frontiere interne. Una decisione da adottare dopo una valutazione comune e comunque di durata limitata. Su questo, la Commissione dovrà presentare una proposta a settembre.

Entro il 2013 dovrà poi essere implementato e diventare pienamente operativo il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere che permetterà di “condividere le informazioni operative e migliorare la cooperazione”. Prevederà l’utilizzo di nuove tecnologie, tra le quali anche “un sistema ingressi/uscite e un programma per viaggiatori registrati”.

Il Consiglio vuole poi che sia migliorata “il funzionamento di Frontex e delle altre agenzie per garantire che continuino ad aiutare efficacemente gli Stati membri nella gestione delle frontiere esterne, nella lotta contro l’immigrazione illegale e nella gestione dei profughi” . Frontex dialogherà anche con i Paesi Terzi.

Nelle conclusioni di oggi si ribadisce anche “la necessità di una reale e concreta solidarietà nei confronti degli Stati membri maggiormente interessati dai flussi migratori”, come l’Italia. Promette poi di fornire “i fondi e le risorse tecniche e umane necessari per proseguire e, se del caso, intensificare le attività a sostegno degli Stati membri interessati”.

Una politica “coerente e strategica” deve però anche “affrontare le cause della migrazione a livello strutturale”. Servono per questo “partenariati” su migrazione, mobilità e sicurezza con i Paesi che confinano con l’Ue, a sud e a est, che prevedano dei premi (finanziamenti e quote di immigrazione regolare) per quelli che collaborano di più. 

Infine, i capi di stato e di governo dell’ue parlano di asilo politico, auspicando che sistema europeo comune di asilo (CEAS) sia ultimato entro il 2012. Un obiettivo da perseguire evitando però di  “incoraggiare la presentazione di domande infondate o aumentare i costi complessivi per gli Stati membri”.

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Le conclusioni del Consiglio Europeo (Bruxelles 24 giugno 2011)

EP

 

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