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Continua la protesta dei precari dell’immigrazione

Oggi assemblea nazionale, gli Sportelli Unici si fermano. Senza fondi, 650 persone a casa e uffici paralizzati

Roma – 11 novembre 2011 – Oggi gli Sportelli Unici per l’Immigrazione funzionano a singhiozzo o sono chiusi. Una conseguenza della mobilitazione dei lavoratori a tempo determinato, che portano avanti pratiche e rapporti con il pubblico.

Chi oggi non potrà firmare il contratto di soggiorno o ritirare il nulla osta al ricongiungimento familiare, avrà un assaggio di ciò che potrebbe accadere dal prossimo anno senza i precari dell’immigrazione, seicentocinquanta lavoratori impiegati da anni in Questure e Prefetture che scadranno alla fine dell’anno.  La scorsa estate il governo si è impegnato in Parlamento a prorogare i loro contratti per un altro anno in attesa di una definitiva stabilizzazione, ma ad oggi non ha fatto nulla.

A fine ottobre i precari erano scesi in piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica, stamattina Cgl, Cisl e Ul hanno indetto un’assemblea nazionale straordinaria dei lavoratori a tempo determinato, visto che “dal governo e dal Ministero dell’interno ancora non pervengono segnali di disponibilità per affrontare la tematica”. E così ad esempio a Milano, la prefettura annuncia per oggi “disagi nelle attività di sportello”, a Napoli lo Sportello è addirittura “chiuso al pubblico per manifestazione sindacale”. 

“C’è poco tempo , bisogna trovare al più presto i fondi  almeno per prorogare i contratti. Questure e Sportelli Unici hanno già perso i lavoratori interinali che erano arrivati con la regolarizzazione, se perdono anche questi lavoratori la funzionalità degli uffici verrà inevitabilmente compromessa. Ne faranno le spese i cittadini, italiani e stranieri, non solo  i seicentocinquanta e le loro famiglie” dice Adelaide Benvenuto, del sindacato Fp Cgil.

La soluzione, insomma, può arrivare solo se per i precari dell’immigrazione si troverà un po’ di spazio nella Finanziaria. Un obiettivo tutt’altro che a portata di mano, tra tagli generalizzati e crisi di governo.

Elvio Pasca

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