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Cori razzisti. La Figc introduce la “condizionale”

Le sanzioni potranno essere sospese, società sotto osservazione per un anno. Valutazione caso per caso della “dimensione e della percezione reale del fenomeno”. Abete: “Non abbiamo abbassato la guardia”

Roma – 17 ottobre 2013 – Cambiano, diventando meno stringenti, le sanzioni contro il razzismo negli stadi. Il consiglio federale della Figc ha votato ieri all’unanimità una modifica del regolamento che va incontro alle richieste delle società, che lamentano di essere eccessivamente penalizzate dal comportamento di poche mele marce.

Tra le novità introdotte, c’è che prima di infliggere una sanzione il giudice sportivo dovrà valutare la “dimensione e della percezione reale del fenomeno” in cui si esprime la discriminazione. Difficile, insomma, che d’ora in poi si chiuda il settore di uno stadio solo perché un manipolo di tifosi ha intonato cori razzisti. O, per dirla con le parole del presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta: "20 fessi non possono prevaricare 50mila tifosi perbene e far chiudere uno stadio intero".

Si ammorbidisce poi la sanzione nel caso di recidiva. Finora, già dalla seconda violazione, poteva scattare la chiusura dell’intero stadio, con una partita da giocare a porte chiuse. Adesso invece il giudice, tenuto conto delle “concrete circostanze dei fatti e della gravità e rilevanza degli stessi” potrà anche decidere di chiudere di nuovo solo uno o più settori.

Infine, ed è forse la modifica più importante, viene introdotta la “condizionale”. Gli organi della giustizia sportiva potranno sospendere l’esecuzione della sanzione (chiusura dello stadio intero o di alcuni settori e squalifica del campo) e sottoporre la società a un periodo di prova di un anno. Se intanto ci sarà duna nuova violazione, la sospensione è revocata e la sanzione si applica in aggiunta a quella decisa per la nuova violazione.

“Su razzismo e discriminazione non abbiamo abbassato la guardia – ha sostenuto il presidente della Figc Giancarlo Abete – altrimenti avremmo ripristinato le ammende prima della chiusura dei settori, previsto attenuanti e esimenti e dato una connotazione diversa alla discriminazione territoriale. Non abbiamo fatto nessuna di queste cose”.

Intanto, gli ultras di alcune curve di serie A protestano per le norme antirazziste e minacciano di far chiudere gli stadi a furia di cori. “Il ricatto dei tifosi di far chiudere gli stadi? Se continueranno – ha spiegato Abete – gli organi di giustizia sportiva potranno sanzionare quel tipo di settore chiudendolo per due, tre, dieci settimane, non c'è un limite. Se ne possono stare a casa anche per tutto l'anno, se hanno intenzione di continuare a comunicare disvalori”.

Infine, un richiamo ai club. “Il livello di contrasto delle società è ancora troppo basso, contro il razzismo non basta solo mettersi una maglietta o andare a istruire i bambini nelle scuole”, ha detto il presidente della Figc, che preme per l’istituzione e al pie operatività di una figura responsabile del rapporto con le tifoserie, come richiesto anche dalla Uefa.

FIGC Confronto tra vecchie e nuove norme

EP

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