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Esclusione dei Patronati dal Portale Ali: Inca Cgil denuncia l’ostruzionismo del Governo sul Decreto Flussi 2025

Roma, 6 novembre 2024 – In un comunicato reso pubblico ieri, il Patronato Inca Cgil ha sollevato forti critiche verso la recente decisione del Governo di escludere i Patronati dall’elenco dei soggetti autorizzati a utilizzare il Portale Ali per la presentazione delle domande di nulla osta al lavoro per i cittadini stranieri. Tale provvedimento, secondo Inca, contravviene agli accordi stipulati nel 2007 tra il Ministero dell’Interno, il Ministero della Solidarietà Sociale e gli Istituti di Patronato, ancora formalmente in vigore. Il protocollo, infatti, non è mai stato disdetto, rinnovandosi automaticamente di anno in anno.

Durante un incontro con i Ministeri dell’Interno e del Lavoro, il Ce.Pa, rappresentante dei Patronati, ha appreso che la loro esclusione dal Portale Ali è stata ufficialmente confermata. La mossa, sostiene Inca, è un tentativo di minare l’attività di assistenza gratuita fornita dagli Istituti di Patronato, servizi resi negli ultimi 16 anni per garantire il rispetto delle norme di immigrazione e dei flussi migratori regolari.

Secondo Inca Cgil, questa decisione favorirebbe consulenti privati e categorie di rappresentanza dei datori di lavoro, che, contrariamente ai Patronati, potrebbero richiedere un compenso economico per la gestione delle pratiche. Tale scelta, prosegue Inca, “è un atto di arroganza” che tende a colpire i soggetti più vulnerabili, scoraggiando il ricorso a canali ufficiali e incentivando indirettamente il lavoro irregolare e lo sfruttamento.

Michele Pagliaro, presidente di Inca, ha espresso indignazione: “Mentre la domanda di manodopera straniera da parte delle imprese è in costante crescita, il Governo penalizza proprio i Patronati, che si sono dimostrati alleati affidabili della Pubblica amministrazione.” Pagliaro conclude la sua dichiarazione evidenziando come questa scelta, in apparente contrasto con l’intento di combattere l’immigrazione irregolare e il lavoro sommerso, finisca per ostacolare il supporto a chi più ne avrebbe bisogno, dando un segnale negativo alle politiche di integrazione e contrasto all’irregolarità.

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