Roma, 16 settembre 2020 – In futuro i collaboratori domestici si chiameranno assistenti familiari e saranno inquadrati in livelli diversi a seconda delle loro competenze e mansioni. Lo prevede il contratto del lavoro domestico appena rinnovato tra i sindacati del settore e le associazioni datoriali che rappresentano le famiglie.
Le novità più interessanti arrivano soprattutto per quelle famiglie che hanno bisogno di un aiuto 24 ore su 24, come quelle che devono prendersi cura di anziani non autosufficienti.
“L’accordo – spiegano i sindacati – definisce l’inquadramento degli assistenti familiari in quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi, in base alle conoscenze e competenze possedute in riferimento alla mansione richiesta, superando la consolidata distinzione tra colf, badanti e babysitter e puntando piuttosto l’accento sul contesto all’interno del quale viene espletata la prestazione d’opera e operando un netto distinguo tra lavoratori che coadiuvano le famiglie nel ménage quotidiano, e coloro i quali lo fanno prendendosi cura di un altro essere umano. Il nuovo contratto chiude una fase di estrema incertezza per la categoria ed il settore, attanagliato dalla forte presenza di lavoro nero e sommerso e mette le parti nelle migliori condizioni per proseguire il confronto, anche con le istituzioni, con l’obiettivo di rendere maggiormente attrattivo il lavoro regolare in un comparto che tanto ha dato nella fase emergenziale e che è chiamato a svolgere un ruolo essenziale nel nostro Paese, alla luce delle stime sull’invecchiamento demografico”.
L’intesa – spiega su un recente articolo il Sole 24 Ore – prevede un aumento economico mensile di 12 euro per il livello medio B Super a dal 1° gennaio 2021 e un sistema di indennità dal 1° ottobre 2020 – da 100 euro a quasi 116 euro – erogate in aggiunta alla retribuzione minima ai coloro che assistono bambini fino al sesto anno di età e agli assistenti familiari che assistono più di una persona non autosufficiente, riconoscendo così i reali carichi di lavoro effettivamente prestati. Debutta inoltre una nuova figura professionale, quella dell’assistente educatore formato: un aiuto in più per chi ha l’esigenza di accudire, all’interno delle mura domestiche, persone, anche bambini, in condizioni di difficoltà perché affette da disabilità psichica oppure da disturbi dell’apprendimento o relazionali.