Roma, 4 luglio 2025 – Il sindacato dell’agroindustria Flai Cgil Roma e Lazio e Flai Cgil Frosinone e Latina lancia un durissimo attacco contro l’attuale impostazione del Decreto Flussi, definendolo un “meccanismo perverso e sbagliato” che finisce per alimentare truffe, lavoro nero e sfruttamento dei migranti, senza rispondere realmente alla domanda di manodopera stagionale.
Nel comunicato firmato da Stefano Morea e Laura Hardeep Kaur, i sindacalisti raccontano di lavoratori stranieri regolarmente entrati in Italia con nulla osta e visto, che si ritrovano poi abbandonati, senza contratto, spesso in nero, e senza un titolo di soggiorno. «Ogni giorno – scrivono – riceviamo persone che, arrivate legalmente, finiscono ricattate e indebitate, private dei diritti basilari». Da qui, la richiesta di un permesso di soggiorno per l’attesa occupazione, destinato a chi si è ritrovato senza lavoro a causa della scomparsa del datore di lavoro che lo aveva inizialmente convocato.
La critica principale è rivolta all’assenza dell’obbligo di assunzione, che permette a sedicenti datori di lavoro di chiedere il nulla osta senza poi stipulare il regolare contratto necessario per il permesso di soggiorno. Questo vuoto normativo crea un circolo vizioso che espone i migranti a ogni tipo di abuso.
Secondo i dati forniti dal sindacato, solo il 7,8% dei lavoratori chiamati in Italia tramite decreto Flussi viene effettivamente assunto. Un dato allarmante che testimonia l’inefficacia e l’ipocrisia di un sistema che, secondo Morea e Kaur, «non cerca lavoratori, ma schiavi. E ha deciso di crearli per legge».
La Flai Cgil denuncia anche la contraddizione del governo che, mentre ignora il fallimento del meccanismo attuale, annuncia l’ingresso di altri 267 mila lavoratori stranieri considerati “indispensabili”, pur sapendo che il 90% di quelli già arrivati sono stati abbandonati al lavoro nero o allo sfruttamento sistemico.
C’è però anche una luce: grazie all’impegno della Flai e alla collaborazione con la Procura di Latina e l’Ufficio Immigrazione della Questura, 30 lavoratori sfruttati hanno ottenuto il permesso di soggiorno per casi speciali. Un esempio positivo di sinergia tra sindacati e istituzioni, che il comunicato definisce «una buona pratica dei diritti, della dignità e del lavoro» da diffondere e moltiplicare.