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G7, rimangono le differenze: compromesso sui migranti

Taormina, 29 maggio 2017 – Paolo Gentiloni parla di “successo”, non nasconde le “differenze non secondarie” emerse in particolare sul clima ma rivendica anche un accordo “non scontato” sul commercio e l’intesa su migranti e terrorismo.

Il premier e presidente di turno del summit del G7 ha tracciato un bilancio dei lavori, alle spalle il golfo di Taormina, rivendicando (senza dimenticare di ringraziare Matteo Renzi) la scelta “vincente” della Sicilia e la positiva organizzazione. Dal punto di vista politico, quello che si era preannunciato come il G7 “più difficile” (previsione del presidente del Consiglio Ue Donald Tusk) per l’alto numero di esordienti e soprattutto per l’incognita Donald Trump si è confermato tale.

Il presidente del Consiglio ha rivendicato “una larga intesa sui temi politici di attualità, sulle grandi questioni geopolitiche e sulle crisi specifiche: Libia, Siria e Nord Corea”, ma anche una intesa sul tema dei migranti, che era uno di quelli a cui l’Italia teneva di più. Nella nota finale, a cui si è arrivati dopo un lungo e complesso lavoro degli sherpa, si sostengono “i diritti umani di tutti i migranti e rifugiati” ma anche, come preteso dai negoziatori americani, “i diritti sovrani degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i propri confini e stabilire politiche nell’interesse nazionale e per la sicurezza”. Un compromesso, ha ammesso Gentiloni, ricordando che “non mi aspettavo soluzioni” sul tema dal G7 ma sottolineando che è una “cosa positiva” aver ribadito alcuni principi, a partire dalla necessità di “combinare politiche di sicurezza e di accoglienza umanitaria”. Certo, poi, sul piano pratico, “la questione migratoria dobbiamo risolverla con le nostre forze e con l’aiuto della Ue”. Però c’è stato anche un “focus importante” sull’Africa che “torna al centro delle nostre agende”. 

 

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