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Giro di vite contro le spose-badanti

Sempre più diffusi i matrimoni tra anziani e giovani badanti. Pensioni di reversibilità sospese per legge?

Roma – 22 aprile 2011 – Lo scorso 25 marzo Renzo Lunardi, italiano, ha sposato a Camaiore Yalym Leyra Valera, brasiliana. Un matrimonio finito su molti giornali, anche se i due non sono affatto dei vip. Il fatto è che lo sposo ha novantacinque anni, la sposa solo trentuno ed è la sua badante.

Le nozze sono state accompagnate da molte polemiche. “È stato un gesto di riconoscenza nei confronti di questa ragazza – ha spiegato Lunardi – Lei per anni ha accudito mia moglie che mi manca molto. Non è un matrimonio di amore. L’ho sposata per darle la possibilità di portare in Italia sua figlia, che è ancora in Brasile”.

Non è un caso isolato. “In Italia ogni anno ci sono circa tremila matrimoni fra anziani e giovani straniere: l’uomo in questione è in genere benestante. Spesso queste unioni durano solo pochi mesi” spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani.

Al di là dei motivi che portano all’altare, l’aumento dei matrimoni tra anziani italiani e giovani immigrate hanno inevitabilmente un contraccolpo sui conti pubblici. Quando lo sposo muore, infatti, la sposa inizia a percepire anche parte della sua pensione, la cosiddetta “pensione di reversibilità”, e quanto più è giovane la sposa, maggiore è, nel tempo, l’esborso per lo Stato.

Qualche mese fa Manageritalia ha lanciato l’allarme. Secondo l’associazione, “accade sempre più spesso che la pensione di reversibilità venga riconosciuta a persone anche molto giovani che hanno contratto matrimonio con il coniuge poi deceduto negli ultimi mesi di vita o addirittura in punto di morte, beneficiando del relativo trattamento pensionistico per decenni con forte aggravio per le casse degli enti previdenziali”.

Manageritalia dà anche alcuni dati, aggiornati al 2008. Quell’anno lo Stato ha speso oltre 36 miliardi di euro in pensioni di reversibilità, e quasi il 10% è andato a persone che avevano meno di 60 anni, nel 3,6% dei casi meno di 50. Ora, in Parlamento, si cerca di correre ai ripari.

La Commissione Lavoro della Camera è da qualche mese alle prese con diversi progetti di legge di riforma delle pensioni di reversibilità. Sono confluiti in un testo unificato, preparato dal leghista Massimiliano Fedriga, che tra le altre cose vorrebbe introdurre nuove regole contro le spose-badanti.

In particolare, il nuovo progetto di legge prevede che se il coniuge morto aveva almeno cinquantacinque anni e quello superstite meno di trentacinque, questo non potrà avere la pensione di reversibilità prima del compimento dell’età in cui è morto il coniuge e comunque non prima dei sessant’anni. Se non lavora, avrà diritto a un “anticipo” della pensione finchè non trova un lavoro e comunque al massimo per un anno.

L’avvocato Gassani è scettico. “Dubito che si possa concepire una legge che escluda il diritto al mantenimento e alla reversibilità in favore delle mogli giovani, perché si profilerebbero scogli di carattere costituzionale. Sarebbe inimmaginabile vietare per legge i matrimoni basandosi solo sulla carta d’identità degli sposi”.

Il presidente dell’Ami suggerisce alle autorità di sorvegliare “tutti i matrimoni caratterizzati da una differenza d’età superiore ai 50 anni tra marito e moglie”, per verificare “se sussistono gli estremi del reato di circonvenzione di persona incapace”. Insomma, se il nonnetto che sposa la giovane badante è lucido, non sarà facile trovare il modo di non dare alla vedova la sua pensione.

Elvio Pasca

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