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Guerra in Ucraina, i rifugiati portano con loro gli animali domestici: “Sono membri della famiglia”

Roma, 17 marzo 2022 – La guerra in Ucraina colpisce anche gli animali domestici. In queste drammatiche ore, mentre scorrono le immagini dei reportage televisivi che raccontano i momenti drammatici del conflitto in Ucraina, colpisce la presenza tenera e silenziosa di cani e gatti in compagnia dei loro padroni nascosti nei rifugi sotterranei delle metropolitane in attesa che termini il coprifuoco.

Un’inutile guerra che colpisce non solo gli inermi esseri umani ma anche questi impauriti animali domestici, parte integrante di tante famiglie in fuga.

Persone disperate in fuga che lasciano la loro amata Patria e le loro case, ma non abbandonano quelle povere creature che gli hanno dato e continueranno ad offrire un po ‘ di conforto, anche in questi terribili momenti.

Ma varcare il confine ucraino insieme a questi poveri animali, per raggiungere i Paesi dell’Unione Europea, sarebbe stato un dramma nel dramma, se alcuni Governi non fossero intervenuti tempestivamente per semplificare le procedure previste dalla legge.

Come quello italiano che, con un provvedimento del Ministero della Salute, ha proceduto ad una deroga al Regolamento Europeo 576/2013 che permette l’ingresso in Italia anche agli animali sprovvisti di passaporto europeo (Pet Passport) e della relativa documentazione sanitaria.

In questa situazione emergenziale l’Associazione italiana “Save The Dogs And other Animals Italia”, già impegnata nel 2001 in Romania, durante il massacro dei cani randagi , è intervenuta anche in questa occasione per offrire un sostegno agli animali domestici dei profughi ucraini, offrendo cibo ed assistenza veterinaria .

«Siamo partiti in 7 dalla nostra sede di Cernavoda in direzione di Isaccea, un punto di frontiera fluviale sul Danubio dove stanno arrivando molti profughi via battello per portare beni di prima necessità come medicine, mangime, trasportini, coperte e cappottini per gli animali che viaggiano con i cittadini ucraini in fuga», ha precisato la sua Presidente Sara Turetta, che nei giorni scorsi ha lasciato Milano per raggiungere la Romania ed organizzare il suo staff.

Con l’ invasione dell’Ucraina e la conseguente fuga di donne , bambini ed anziani verso i paesi dell’Unione europea si è ritrovata coinvolta, in prima linea, in una nuova e inedita emergenza. Cosa l’ha richiamata questa volta in Romania?

«Il mio viaggio in Romania era stato pianificato da molto tempo: mi sono trovata qui il 28 febbraio in una situazione inimmaginabile, per la Romania e per Save the Dogs. Tutto il mio programma è stato cambiato e parte della nostra squadra ha lavorato senza sosta per 11 giorni per aiutare gli animali che arrivano con i rifugiati a Isaccea, quelli che arrivano a Otopeni e non possono partire per mancanza di un trasportino e mandiamo cibo ai canili di Odessa.

In quale zona , presso quale frontiera , stanno operando attualmente i volontari della sua Associazione?

«Siamo ad Isaccea: abbiamo un punto fisso.»

In cosa consiste praticamente il vostro sostegno materiale ai profughi ed ai loro inseparabili amici “a quattro zampe”?

«Prima di tutto, doniamo gabbie o borse da trasporto. La maggior parte di loro arriva con gli animali in braccio, nelle borse, sotto i cappotti. Per prendere un autobus, un aereo o un treno hanno bisogno di una gabbia. Abbiamo già comprato 50 gabbie e iniziato a raccogliere donazioni in Italia, ma nel frattempo dobbiamo comprarle perché non possiamo aspettare. Inoltre, stiamo donando coperte da mettere nelle gabbie, fieno umido, piccoli sacchetti di cibo secco, vestiti spessi per gli animali, coperte… »

Quali difficoltà burocratiche devono superare coloro che fuggono dalla guerra con i loro animali domestici e che sono sprovvisti del passaporto europeo previsto dal regolamento europeo?

«È stata fatta una deroga e la maggior parte degli Stati accettano animali dall’Ucraina senza documenti. Su questo link ogni giorno si può vedere quali sono i requisiti dei paesi: https://vetsforukraine.com/vets-for-animals/. Abbiamo preparato del materiale stampato e lo diamo alle persone, in modo che conoscano i diritti degli animali, ma hanno anche la possibilità di lasciare l’animale temporaneamente o permanentemente con noi, se non possono andare più lontano con lui.»

Cosa rappresentano cani e gatti per queste famiglie già provate dal dolore per la separazione dai loro cari e dalla loro terra?

«Rappresentano molto. Sono membri della famiglia. A volte sono gli unici esseri con cui sono riusciti a partire: abbiamo incontrato persone che sono state costrette a lasciarsi alle spalle genitori, coniugi, e sono rimaste solo con il loro cane o gatto, l’unico legame umano rimasto nel loro paese. Due bambini sono venuti a chiederci qualcosa per i loro gatti: “Ma dove sono i gattini, così possiamo vederli?” La risposta è stata: “Sono a casa, in Ucraina, ma mio padre e mia madre ci hanno detto che torneremo presto da loro e vogliamo portargli del cibo”. Avevamo il cuore spezzato.»

Articolo su gazetaromaneasca.com:

Război în Ucraina, animalele de companie suferă la fel ca stăpânii lor. „Sunt membri ai familiei”

Giuseppe Sergio Balsamà

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