Roma, 7 ottobre 2025 – Il Quirinale ha imposto al governo di riapprovare il decreto flussi, intervenendo per garantire il rispetto delle procedure e correggere una modifica introdotta in corsa. Giovedì scorso, infatti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il provvedimento solo dopo che il Consiglio dei ministri ha nuovamente approvato la versione corretta del testo.
Il decreto, votato in prima battuta lo scorso 4 settembre, conteneva una misura che aveva destato tensioni politiche: l’inserimento di un’extra quota di 10mila assunzioni di colf e assistenti familiari, aggiuntiva rispetto ai 500mila ingressi programmati per il triennio 2026-2028. La novità più rilevante era che tale quota, destinata in particolare all’assistenza degli ultraottantenni, sarebbe diventata illimitata a partire dal prossimo anno, eliminando il tetto numerico annuale.
Questa apertura, pensata per rendere più flessibili le assunzioni in un settore con forte domanda, ha però incontrato la ferma opposizione della Lega, timorosa di un “allargamento delle maglie” dei flussi migratori. Mentre il decreto era già in viaggio verso il Quirinale per il controllo formale, il governo ha quindi deciso di ripristinare il limite massimo di 10mila ingressi all’anno, prorogando la misura fino al 2028.
Poiché la modifica è avvenuta venti giorni dopo la prima approvazione in Consiglio dei ministri, gli uffici del Colle hanno richiesto che il testo venisse nuovamente deliberato dall’esecutivo, per garantire la correttezza dell’iter legislativo. Solo dopo questa riapprovazione, avvenuta giovedì, è arrivata la firma del Capo dello Stato.
Si tratta dell’ennesimo intervento del Quirinale per vigilare sulla coerenza procedurale dei provvedimenti, in un contesto in cui non sono rari i casi di norme modificate o riscritte anche dopo l’approvazione preliminare. In questo caso, la correzione ha ristabilito il limite numerico, evitando che la deroga diventasse strutturale senza un passaggio parlamentare adeguato.


