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Il Novara compra Katidis. Fece saluto nazista in campo

Il giocatore greco, che per tutta la vita non potrà vestire la maglia della nazionale ellenica, arriva nella serie B italiana. Pavoncello (Maccabi): “Non si aizzino le curve. Spegnere la fiammella che alimenta il nazismo”

Roma – 21 giugno 2013 – Già celebre in Grecia come stella nascente del calcio, il ventenne Georgos Katidis qualche mese fa è diventato famoso anche nel resto del mondo per tutt’altro motivo.

Dopo aver segnato un gol in una partita del campionato ellenico, il centrocampista dell’Aek Atene si è tolto la maglietta e ha rivolto ai suoi tifosi un plateale saluto nazista. “Non lo avrei fatto se avessi saputo cosa significava” ha detto dopo, ma quel gesto gli è costato l’esclusione a vita dalle nazionali del suo Paese e lo ha lasciato in panchina per il resto del campionato. “Ha offeso profondamente tutte le vittime del Nazismo e ha violato i valori del calcio” ha sentenziato la Federcalcio greca.

Ora Katidis potrebbe tornare a giocare, in Italia. Il Novara è in trattativa avanzata per il suo acquisto e lo vorrebbe in squadra nel prossimo campionato di serie B. E quel saluto nazista? “Scioccamente inconsapevole e irrispettoso per milioni di persone”, ma "ora che questo ragazzo è perfettamente conscio, finalmente, del significato e del dramma che quel gesto ha rappresentato, abbiamo pensato di dargli una seconda chance" dicono i dirigenti del club piemontese.

Non la pensano tutti così. Fabio Lavagno, parlamentare di Sel, ha presentato un'interrogazione urgente al ministro dello Sport e a quello dell'Interno. Vittorio Pavoncello, presidente della Federazione Italiana Maccabi, che riunisce le associazioni sportive ebraiche, ha lanciato un appello per fermare la trattativa.

"Il calcio italiano – sottolinea Pavoncello – alle prese con episodi sempre più diffusi sugli spalti e sulle curve non ha bisogno di nuovi trascinatori di folle. La Uefa, la Fifa, la stessa Federcalcio italiana stanno facendo uno sforzo enorme che però così rischia di essere vanificato.  In Italia abbiamo già avuto Di Canio che era l'emblema di una certa politica che nel calcio non dovrebbe entrare. Di Canio è diventato un simbolo: non abbiamo bisogno di un altro personaggio che porti e spinga le curve a fenomeni di emulazione".  

"Non lasciateci soli  Non può essere sempre e soltanto la comunità ebraica a protestare” continua il numero uno dei Maccabi. “ Il nazismo e l'intolleranza toccano tutti. Dobbiamo essere vigili, il nazismo è anacronistico, bisogna spegnere la fiammella che lo fa tiene alimentato. Noi siamo aperti a tutto e a tutti e tolleranti, a Novara parlano della pecorella smarrita da accogliere di nuovo, ma è necessario in questo caso accoglierla? E' troppo sottile la linea che separa la tolleranza dall'intolleranza. E non possiamo rischiare".
 

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