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Il Papa: “Ai migranti gli stessi diritti di chi li accoglie”

"I beni della Terra sono di tutti". Messaggio per la giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato

Roma – 26 ottobre 2010 – “Tutti, dunque, fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale, come insegna la dottrina sociale della Chiesa”.

Così Benedetto XVI nel messaggio, pubblicato oggi, per la 97.ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che sarà celebrata domenica 16 gennaio 2011. Giornata che sarà incentrata sul tema “Una sola famiglia umana”.
“Gli Stati – scrive il Papa – hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità nazionale”.

Benedetto XVI si sofferma in particolare su richiedenti asilo e rifugiati. “ Nei confronti di queste persone, che fuggono da violenze e persecuzioni, la Comunità internazionale ha assunto impegni precisi. Il rispetto dei loro diritti, come pure delle giuste preoccupazioni per la sicurezza e la coesione sociale, favoriscono una convivenza stabile ed armoniosa” dice il Papa.

Altra categoria a cui prestare attenzione è, secondo Benedetto Xvi, quella degli studenti, che “costituiscono dei "ponti" culturali ed economici tra i loro Paesi e quelli di accoglienza”. Serve quindi “attenzione per i loro problemi concreti, quali le ristrettezze economiche o il disagio di sentirsi soli nell’affrontare un ambiente sociale e universitario molto diverso, come pure le difficoltà di inserimento”.

“Il mondo dei migranti – conclude Benedetto XVI – è vasto e diversificato. Conosce esperienze meravigliose e promettenti, come pure, purtroppo, tante altre drammatiche e indegne dell’uomo e di società che si dicono civili. Per la Chiesa, questa realtà costituisce un segno eloquente dei nostri tempi, che porta in maggiore evidenza la vocazione dell’umanità a formare una sola famiglia, e, al tempo stesso, le difficoltà che, invece di unirla, la dividono e la lacerano”.

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