Roma, 16 gennaio 2024 – Il Partito Democratico Albanese, attualmente all’opposizione, ha sollevato alcuni dubbi riguardo al protocollo sui migranti firmato tra Albania e Italia. Per rispondere a ogni quesito, si è rivolto direttamente alla Corte costituzionale con una richiesta di parere consultivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu). L’azione arriva proprio in vista dell’udienza del 18 gennaio, durante la quale la Corte costituzionale esaminerà la richiesta del Partito Democratico di dichiarare incostituzionale l’accordo bilaterale.
Migranti, accordo Italia-Albania: la richiesta del Partito Democratico albanese
Il protocollo in questione è stato siglato tra Albania e Italia con l’obiettivo di gestire il flusso dei migranti tra i due paesi. Il Partito Democratico albanese, però, ha sollevato dubbi sulla sua costituzionalità, innescando una disputa politica che ora si estende anche a livello internazionale. La richiesta di un parere consultivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo riflette la volontà del Partito Democratico di portare la questione a un livello più ampio. E, inoltre, di ottenere una valutazione imparziale su possibili violazioni dei diritti umani o delle norme internazionali. Il gruppo parlamentare del Partito Democratico Albanese, infatti, sostiene che l’accordo potrebbe avere implicazioni negative sulla protezione dei diritti fondamentali dei migranti. Per questo, sollecita una revisione dettagliata da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.
L’udienza in programma presso la Corte costituzionale albanese il prossimo 18 gennaio rappresenta un momento cruciale in cui verranno esaminate le argomentazioni del Partito Democratico. Nel caso in cui la Corte decida di avanzare la richiesta di consultazione alla Cedu, si aprirà una nuova fase nella valutazione dell’accordo tra Albania e Italia.
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