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Ilaria Salis: “L’Italia e l’UE complici delle torture contro i migranti”

Roma, 4 febbraio 2025 – “Quello che mi ha salvato, quando sono stata imprigionata in modo illegittimo, è stata la solidarietà di persone che nemmeno conoscevo: ora dobbiamo espandere questa solidarietà oltre i confini europei”. Con queste parole, l’eurodeputata di Left, Ilaria Salis, ha lanciato un appello accorato durante un’iniziativa dell’Eurogruppo al Parlamento europeo dedicata alle torture subite dai migranti e all’esternalizzazione delle frontiere da parte dell’Unione Europea.

Salis ha denunciato con fermezza la complicità dell’Italia e dell’UE nelle violenze perpetrate dalle milizie nei confronti dei migranti in Libia e Tunisia. “La tutela dei diritti umani in Libia, Tunisia, come negli altri paesi, è nostra responsabilità. L’Italia e l’UE sono complici delle torture ad opera delle milizie, non possiamo usare l’ignoranza come scusa per assolverci dalle responsabilità” ha dichiarato l’eurodeputata.

L’incontro, organizzato a Bruxelles, ha posto al centro del dibattito il fenomeno dell’esternalizzazione delle frontiere europee, evidenziando come le politiche migratorie dell’UE abbiano favorito il rafforzamento di un sistema brutale di repressione e sfruttamento. A supporto di queste affermazioni, è stato presentato il rapporto “State Trafficking”, una ricerca condotta da un team di esperti internazionali con il sostegno di Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), Border Forensic e On Border.

Il rapporto documenta pratiche sistematiche di espulsione e vendita di migranti dalla Tunisia alla Libia, dove sono detenuti in condizioni inumane e sottoposti a torture, estorsioni e abusi di ogni genere. Secondo i ricercatori, le politiche europee e gli accordi bilaterali con paesi terzi hanno di fatto legittimato e incentivato questi crimini, rendendo gli Stati membri dell’UE corresponsabili di una tragedia umanitaria che si consuma nell’indifferenza generale.

La denuncia di Ilaria Salis si inserisce in un contesto di crescente mobilitazione per chiedere una revisione radicale delle politiche migratorie europee. “Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a queste violazioni dei diritti umani – ha concluso l’eurodeputata – è nostro dovere agire per porre fine a questo sistema disumano e garantire protezione e dignità a chi fugge da guerre, persecuzioni e miseria”.

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