Treviso, 9 dicembre 2016 – “Questi signori non sono profughi, sono richiedenti asilo. Tra un anno, un anno e mezzo, avremo una risposta se sono profughi oppure no e la statistica ci dice che due su tre, tra un anno, non saranno profughi e allora io mi chiedo per quale motivo dobbiamo dare una carta d’identita’ in mano ad una persona che comunque si rischia che non sia un profugo”.
Cosi’ il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, oggi a Treviso, in merito alla possibilita’ di fornire una carta d’identita’ ai profughi presenti in Italia. “Se il problema e’ identificare – ha aggiunto Zaia – si faccia un documento alternativo per i richiedenti asilo ma, finché non sono profughi, non e’ corretto a mio avviso. Come ha dimostrato la sindaco di Oderzo, se ci sono i termini giuridici per non farlo, e’ bene che tutti i sindaci facciano cosi'”.
“Al momento – ha continuato Zaia – siamo in un limbo nel quale delle persone delle quali non sappiamo nulla chiedono un riconoscimento e allora completiamo questa analisi e capiamo se hanno titolo. I profughi veri – ha concluso il governatore veneto – hanno le porte aperte, quelli che sono scappati dalla morte e dalla fame, non quelli che arrivano con lo smartphone in perfetta forma fisica”.