Roma, 5 settembre 2022 – Se c’è una certezza in ogni campagna elettorale italiana, è che si parlerà di immigrazione. E che lo si farà cercando di colpire alla pancia dei cittadini. Perciò, come da regola, si parte da un principio: l’invasione dei migranti. Ma i numeri confermano queste teorie?
L’immigrazione e la balle della campagna elettorale
Come ha sottolineato Francesca Paci su La Stampa, regolarmente in campagna elettorale “a un certo punto, sincronizzata puntualmente col disagio economico, salta fuori l’invasione dei migranti. Salta fuori nella retorica securitaria dei partiti di centro-destra, ma torna anche, sempre più spesso, nel discorso degli altri, i progressisti, i teorici della società aperta, quelli che, più o meno loro malgrado, finiscono, per accodarsi alla narrativa mainstream”. E, in tutto questo, comunque i conti non tornano: “Non tornavano neppure all’inizio di luglio, quando l’ancora in sella premier Mario Draghi confidava al “dittatore necessario” Recep Tayyip Erdogan come l’Italia, “paese aperto”, avesse raggiunto il limite dell’accoglienza. E oggi, al termine di quella bella stagione che tanto si presta all’attraversamento del Mediterraneo, tornano ancora meno.
Dati ufficiali alla mano infatti, a quattro mesi dalla fine del 2022 risultano sbarcate sulle nostre coste 56.210 persone, meno di un terzo delle 181.436 del 2016 e la metà esatta rispetto al 2017.
Poi certo, c’è in mezzo il 2019 di quota 11.471. Ma, con buona pace dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, quel risultato dipese assai più dalla tragica guerra in Libia. E dall’impossibilità di fuggire via mare superando i mille check point dei miliziani che dai pur durissimi decreti sicurezza varati dal suo Viminale. Non c’è insomma “nessuna emergenza numerica”, come ripete il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Flavio Di Giacomo, rimarcando quanto “oltre l’80% dei migranti africani resti in Africa”. Non c’è in Europa, dove e per fortuna all’indomani dell’invasione russa sono stati accolti senza colpo ferire oltre 9 milioni di profughi ucraini.
Né tantomeno in Italia, dove esiste invece, concretissima, una grave emergenza umanitaria nell’hotspot di Lampedusa, angusto collo di bottiglia organizzativo che, nel Mediterraneo precluso ormai quasi del tutto al soccorso delle ong, ha assorbito finora il 40% degli sbarchi. E questo al netto di 14.157 migranti intercettati in sei mesi dalla guardia costiera libica e riportati a terra.”
L’approccio emergenziale
Un altro grosso problema all’italiana è l’approccio emergenziale con il quale viene affrontata l’immigrazione. “Proprio per questo motivo gli hub sono sovraffollati. La gestione dell’immigrazione è superficiale e mal organizzata nonostante numeri che, se analizzati lontani dalla propaganda politica, risultano essere contenuti“, ha sottolineato Pietro Bartolo, europarlamentare ed ex responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa. “Non c’è un’invasione. Continuare a fare campagne elettorali sulla pelle della povera gente è immorale. Il problema è dentro il centro. E’ il trattamento disumano, vergognoso e inaccettabile che riserviamo a chi dopo aver attraversato il deserto e subìto violenze e torture nei campi di concentramento in Libia arriva in Europa.
In un mese abbiamo accolto 5 milioni di profughi ucraini e per poche migliaia, invece, si grida all’invasione. In 30 anni a Lampedusa ne sono arrivati 350mila. Ecco i numeri di cui parliamo”, ha aggiunto poi.
Quello che è evidente, perciò, è che esista una selezione di profughi: ci sono gli immigrati di serie A e quelli di serie B. E soprattutto non c’è l’interesse di aggiustare il sistema. Perchè di questo si tratta: è impossibile fermare la persone che scappano da persecuzioni, guerre e povertà. Ma è possibile creare un sistema di accoglienza degno e funzionante. “Con i corridoi umanitari eviteremmo di far morire così tante persone, uomini, donne e bambini annegati nel Mediterraneo e che abbiamo sulla coscienza e di cui forse un giorno dovremo rispondere. E allo stesso tempo toglieremmo ‘potere’ ai trafficanti di esseri umani. Continuare a pagare Paesi terzi per bloccarli, oltre che ingiusto e immorale, si è rivelato anche inutile perché continuano ad arrivare. Il fenomeno migratorio è strutturale, non c’è alcuna emergenza e per affrontarlo bisogna sedersi attorno a un tavolo.
La migrazione è un’opportunità per un’Europa in difficoltà anche dal punto di vista demografico e che tra 20 anni sarà una grande Rsa. Diamo loro la possibilità di arrivare legalmente e di integrarsi, invece di restare schiavi senza diritti e identità. E’arrivato il momento di smetterla con la cultura dell’odio. Non c’è alcuna invasione“, ha ribadito Bartolo.
“Ogni volta che c’è odore di elezioni viene fuori il problema dell’immigrazione, che viene ingigantito ed enfatizzato quando invece i numeri sono quelli di ogni anno. Certo con delle difficoltà nei trasferimenti, ma non ci sono numeri da invasione. Se le destre dovessero andare al governo sarà un momento critico. Perché nelle loro idee, come dice la Meloni, c’è il blocco navale che forse non sa neanche che significa. Quando dicono che hanno ridotto le morti in mare non ci dicono che fine fanno quelle persone che vengono lasciate dall’altra parte. Non dicono che verranno torturate, umiliate, violentate e anche uccise”, ha detto poi in conclusione, ribadendo quindi il concetto iniziale: quella che viene fatta non è altro che propaganda sulla pelle delle persone.
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