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Immigrazione, in Emilia Romagna 13 lavoratori su 100 sono stranieri

Roma, 28 ottobre 2022 – Il 13% dei lavoratori presenti in Emilia Romagna sono migranti. Si parla circa di 257 mila stranieri occupati, un numero che porta la regione a posizionarsi al di sopra della media nazionale che è pari al 10%. A sottolinearlo è il Dossier Idos sull’immigrazione presentato ieri in Salaborsa, che riporta l’analisi dei dati del 2021.

Immigrazione, in Emilia Romagna 13 lavoratori su 100 sono stranieri

Stando quanto riportato nello studio, i settori nei quali i lavoratori stranieri sono più occupati sono il terziario (58,8%), l’industria (34,5%) e l’agricolo (6,6%). Molto alto, poi, è il numero dei domestici: 44.000 (17,1% del totale). Quest’ultimo settore è quello dove risulta più di tutti la sproporzione con i lavoratori italiani. Tra chi è occupato nel settore domestico, infatti, il 75,8% è straniero. Molto spesso sono donne, che sono il 43,3% del totale dei lavoratori stranieri in tutta la regione. Inoltre, dall’analisi emerge che il maggior numero dei lavoratori è sovra-istruito, ovvero detiene un titolo di studio superiore rispetto a quello necessario per svolgere la propria mansione. Se tra gli italiani la percentuale si aggira intorno al 27, tra gli stranieri il dato cresce al 37,6%. Questo anche perchè il 28,7% svolge un lavoro manuale non qualificato, il 38% un lavoro manuale specializzato, il 26,9% sono impiegati e solo il 6,4% ricopre mansioni dirigenziali o professioni intellettuali o tecniche.

Secondo i dati di InfoCamere/Centro Studi G. Tagliacarne, poi, in Emilia Romagna le imprese condotte da immigrati sono 58.674. Si tratta del 13% del totale, con un incremento del 4,8% rispetto al 2020. Il comparto prevalente è quello dell’edilizia, che interessa il 33,7% delle imprese gestito da persone straniere. Al secondo posto, poi, si trova il commercio (23,1%). I principali Paesi di origine dei titolari di impresa nati all’estero sono l’Albania (12,5%), la Cina (11,4%), il Marocco (11%), la Romania (10,8%) e la Tunisia (7,9%). Solo il 23,1% delle imprese, tuttavia, è in mano alle donne e questo comporta un’emergenza nel programma regionale sull’immigrazione. “Il lavoro delle donne migranti è sicuramente un tema di attenzione particolare. Lo riscontriamo sempre, sia per un minor livello di scolarizzazione che per una più complessa gestione del rapporto tra lavoro di cura e occupazione. I progetti di integrazione, comunque, prevedono forme robuste di orientamento e sostegno verso il lavoro, questa attenzione specifica c’è”, ha spiegato l’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo.

Il piano per l’inclusione

Il dossier, poi, ribadisce due problemi già noti: la disoccupazione e lo sfruttamento. Se per gli italiani si parla del 4,4% di cittadini privi di un impiego, per gli stranieri il numero sale fino all’11,9%. Inoltre “circa 6mila immigrati sono potenziali vittime. E crediamo che questi siano solo la punta dell’iceberg di un sistema alquanto più complesso e numeroso”, ha spiegato Andrea Facchini, referente per l’immigrazione dell’Emilia Romagna. Lo stesso, infine, ha annunciato che la Regione mercoledì ha approvato in Assemblea legislativa il nuovo Piano triennale per l’inclusione dei cittadini di origine straniera. In concomitanza è stata fatta delucidazione rispetto al progetto Common ground per l’attuazione di interventi rivolti all’integrazione sociale, sanitaria, abitativa e lavorativa di cittadini di Paesi terzi vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo. Questo verrà realizzato insieme a Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia.

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