(ANSA) – ROMA, 29 APR – In diverse città italiane è in corso un processo di "segregazione residenziale" basata sul gruppo etnico di appartenenza: si formano, cioé, zone abitate in prevalenza da comunità straniere che vivono separate dagli italiani. Lo ha detto il sociologo Marzio Barbagli, che ha curato il Rapporto del Viminale sull’immigrazione. "Stiamo assistendo – ha detto Barbagli – alla formazione di enclavi in alcune città del Centro-Nord: non si tratta di ghetti, ma ci sono motivi di preoccupazione". Il Rapporto analizza, in particolare, la situazione di Roma, dove gli ingenti flussi migratori degli ultimi anni hanno dato luogo a fenomeni tangibili di segregazione residenziale. Questa tendenza a formare aree di concentrazione residenziale – cioé a vivere nelle vicinanze dei propri connazionali – è riscontrabile in tutte le principali nazionalità presenti nella Capitale, seppure con intensità e modalità diverse. Si riscontra così che nei quartieri Tuscolano Sud-Tor Fiscale sono presenti romeni, filippini, bengalesi, peruviani, egiziani e cinesi; nel Casilino e Centocelle, romeni, bengalesi, peruviani, egiziani e cinesi; a Marconi e S. Paolo bengalesi ed egiziani; ad Ostia romeni, polacchi, ucraini ed egiziani. Altre zone, infine, spiccano per essere sede di gruppi etnici di un solo paese: in particolare Casilino (polacchi), Tomba di Nerone (filippini), Giardinetti-Tor Vergata (cinesi), Cesano-Martignano, La Storta, S. Cornelia-Prima Porta, Ponte Galeria-Magliana e Borghesiana (romeni). (ANSA).
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IMMIGRAZIONE: RAPPORTO, IN CITTA’ SI FORMANO ENCLAVI ETNICHE
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