Roma, 25 gennaio 2024 – Nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Milo, situato a Trapani, la situazione è diventata critica dopo un incendio che ha reso la struttura inagibile per il 90% delle sue capacità. Da quel momento, le circa 140 persone presenti sono costrette a dormire all’addiaccio, accanto ai moduli ormai compromessi, con poche coperte e senza materassi, esposte alle intemperie e con servizi igienici del tutto insufficienti. E dopo giorni di malcontento, ieri la situazione è esplosa grazie a un gruppo di migranti che ha messo a soqquadro l’immobile accatastando e dando fuoco ad alcuni cartoni.
Migranti, incendio al CPR di Milo
La tensione è scoppiata dopo l’arrivo di un provvedimento per 29 tunisini che dovevano lasciare il centro per rientrare nel loro Paese. Per impedire il rimpatrio, un altro gruppo di migranti ha deciso di dare vita a una vera e propria rivolta. La protesta, però, è stata repressa con l’uso degli idranti e, secondo alcune testimonianze, anche con lacrimogeni. Al momento le autorità non hanno fornito informazioni dettagliate sui fatti, né sulle condizioni attuali delle persone trattenute. Si tratta in gran parte tunisini in attesa di rimpatrio, ma anche individui con ricorsi avviati o procedure d’asilo pendenti. Oltre alla polizia, sono intervenuti anche i vigili del fuoco.
Fino a ora solo pochi hanno potuto mettersi in contatto con i rispettivi avvocati. E questo rende ancora più difficile ottenere informazioni accurate sulla situazione dal Cpr di Milo, già chiuso per inagibilità e riaperto nel 2021. Tra l’altro, il report 2023 del progetto In Limine dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), autorizzata a visitare il centro in passato, evidenziava già criticità nell’accesso tempestivo e sistematico all’informativa legale, nell’accesso alla protezione internazionale e nell’accesso alla difesa.
Oltre alla violazione dei diritti, emergono anche le condizioni disumane della struttura. Sono presenti, infatti, interni completamente in cemento, spazi divisi da reti metalliche e carenza di spazi sociali, mensa e docce spesso prive di acqua calda. In tutto questo, il garante regionale per i detenuti, Santi Consolo, ha denunciato anche la presenza di persone con evidenti disabilità mentali. Alcune delle quali dovute a gravi traumi cranici, sottolineando l’inadeguatezza della struttura nel trattare casi del genere. Alla luce dei fatti, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha annunciato l’immediata presentazione di un’interrogazione al ministro dell’Interno. L’obiettivo è quello di ottenere chiarezza sui fatti e sulle misure adottate. La senatrice di Alleanza Verdi Sinistra, Ilaria Cucchi, poi, ha sottolineato che quanto accade a Milo dimostra come i Cpr siano luoghi di privazione dei diritti fondamentali. Inoltre, ha ribadito la necessità di chiudere definitivamente tali strutture.
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