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Ingressi in Ue dei cittadini Russi, in vigore controlli più stringenti sui visti e alle frontiere

Roma, 4 ottobre 2022 – I consolati e le autorità di frontiera degli Stati membri devono rafforzare i controlli di sicurezza sulle domande di visto d’ingresso in Ue dei cittadini russi e alzare il livello dei controlli alle frontiere. È quanto raccomanda la Commissione Europea dopo l’incremento del numero di russi in fuga dalla Federazione dopo la mobilitazione militare decretata dal Cremlino. 

Venerdì, la Commissione ha aggiornato le linee guida sui visti presentate all’inizio di settembre e ha dato ulteriori indicazioni sui controlli alle frontiere. In una nota, ha sintetizzato come segue i contenuti principali della comunicazione.  

Controllo di sicurezza rafforzato sul rilascio dei visti ai russi
Gli Stati membri dovrebbero valutare le condizioni di rilascio dei visti Schengen ai cittadini russi in modo restrittivo e coordinato. La giustificazione del viaggio dovrebbe essere valutata in modo rigoroso, in particolare per i cittadini russi in fuga dalla mobilitazione militare.

Se un richiedente il visto (ad esempio una persona in fuga dalla mobilitazione militare) prevede un soggiorno di lunga durata nell’UE, i consolati degli Stati membri dovrebbero trattare il caso in base alle norme nazionali applicabili ai visti per soggiorni di lunga durata. Per quanto riguarda i visti di breve durata, i consolati sono invitati ad applicare eventuali deroghe per motivi umanitari in modo restrittivo. Spetta agli Stati membri, sulla base di un esame individuale, valutare se alle domande dei cittadini russi possa applicarsi la categoria dei motivi umanitari.

I consolati degli Stati membri dovrebbero inoltre esaminare attentamente i casi di cittadini russi che presentano una domanda di visto per soggiorno di breve durata mentre si trovano fuori dal territorio russo. Questi casi dovrebbero essere indirizzati al consolato competente per il loro luogo di residenza, di norma nella Federazione russa.

Revoca e annullamento di visti validi (alla frontiera)
Gli Stati membri dovrebbero incaricare i loro consolati e le loro guardie di frontiera di esercitare un maggiore controllo e adottare un approccio rigoroso nel rivalutare i visti già rilasciati a tutti i cittadini della Federazione russa, sulla base di un riesame della situazione individuale nell’attuale contesto geopolitico. Conformemente all’articolo 30 del codice dei visti, il semplice possesso di un visto non conferisce un diritto automatico di ingresso nello spazio Schengen. Qualora esistano motivi di annullamento/revoca, la guardia di frontiera può prendere una decisione in merito indipendentemente dallo Stato membro di rilascio del visto.

Controlli coordinati e approfonditi nei confronti dei cittadini russi alle frontiere esterne dell’UE
La sicurezza delle frontiere esterne è un requisito essenziale per il funzionamento dello spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne. Gli orientamenti mettono in evidenza alcune disposizione del codice frontiere Schengen e invitano gli Stati membri a rafforzare i controlli di sicurezza alle frontiere esterne e a seguire un approccio coordinato alle frontiere dell’UE con la Federazione russa, per evitare che un cittadino russo cui sia stato negato l’ingresso a una frontiera sia ammesso presso un’altra frontiera.

Gli orientamenti lasciano impregiudicato il quadro giuridico applicabile in materia di asilo, compreso il principio di non respingimento.

Valutazione più attenta dei documenti di viaggio da parte dei vettori
Gli orientamenti ricordano inoltre che i vettori sono responsabili dei cittadini di paesi terzi che hanno trasportato nell’UE ai quali è rifiutato l’ingresso. I vettori dovrebbero verificare con attenzione i documenti di viaggio richiesti per l’ingresso, specialmente quelli dei cittadini russi. Spetta ai vettori, inoltre, ricondurre nel paese di partenza coloro ai quali è stato negato l’ingresso nell’UE.

FONTE NEWS: Integrazione Migranti – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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