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Islam. La moschea di Roma: “Vogliamo un’ intesa sull’8 per mille”

Al Gamdhi: "Ai contribuenti musulmani in Italia la possibilità riconosciuta agli altri fedeli". Ma il cammino è ancora lungo

 

Roma – 22 maggio 2012 – L’8 per mille all’islam, la possibilità cioè, per i contribuenti musulmani, di devolvere una piccola parte delle proprie tasse alla loro “chiesa”, così come già fanno cattolici, protestanti e altri fedeli. È uno scenario che appare ancora molto lontano, ma al quale non fanno più mistero di puntare autorevoli rappresentanti della comunità.

Tra questi c’è Saleh Mohammed Al Gamdhi, ambasciatore dell'Arabia Saudita e presidente del centro islamico culturale d'Italia, che amministra la Grande Moschea di Roma.

"Servirebbe un  protocollo d'intesa tra la comunità islamica e le istituzioni perché consentirebbe di raccogliere l'8 per mille delle dichiarazioni dei  redditi degli islamici presenti in Italia, cosa che già avviene per le altre fedi presenti nel Paese" ha detto ieri incontrando in Campidoglio il sindaco Gianni Alemanno per l’inaugurazione della "Settimana della cultura islamica".

"Spero – ha aggiunto Gamdhi – che il sindaco si adoperi per il  raggiungimento di una simile intesa". "Condivido l’idea di realizzare questo protocollo d’intesa per dare una risposta istituzionale alla varietà della cultura e della religione islamica. Roma può dire di essere stata laboratorio di questa collaborazione fatta di profondo rispetto reciproco", ha risposto Alemanno.

Il cammino  rimane lungo, anche perché, in questa partita, lo Stato italiano non avrebbe un unico interlocutore. Le anime dell’islam sono tante e all’interno di ognuna di esse comunque non esiste un’organizzazione gerarchica e rappresentativa. I tentativi degli ultimi anni di creare una federazione tra le associazioni musulmane italiane mirano anche alla creazione di un soggetto che possa trattare con lo Stato.

Ad oggi, l’8 per mille può essere devoluto allo Stato, alla chiesa cattolica, alla chiesa valdese, alla chiesa evangelica luterana, all’unione delle comunità ebraiche, all’unione delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno o alle assemblee di Dio. Gli immigrati musulmani che vivono nel nostro Paese, secondo le ultime stime della Caritas, sono oltre un milione e mezzo.

Elvio Pasca

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