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Ius Scholae: un campo di battaglia politico tra aperture e riserve

Roma, 20 agosto 2024 – L’estate politica italiana, spesso caratterizzata da fiammate e discussioni che sembrano destinate a spegnersi con il rientro dalle ferie, si è infiammata quest’anno attorno a un tema che potrebbe, però, avere conseguenze durature: lo Ius Scholae. La proposta di riforma della cittadinanza, che potrebbe concedere lo status di italiano ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo scolastico in Italia, sembra avere raccolto una maggioranza trasversale capace di farla passare. Tuttavia, le divisioni politiche all’interno della maggioranza e dell’opposizione sono numerose e complesse, con implicazioni che vanno ben oltre la questione stessa.

Le variegate posizioni nella Maggioranza

All’interno della maggioranza di governo, la questione dello Ius Scholae ha portato a posizioni diverse e talvolta contrastanti. La Lega di Matteo Salvini si è espressa con fermezza contro qualsiasi modifica della legge sulla cittadinanza attuale, sostenendo che l’Italia già concede un numero elevato di cittadinanze e che non vi è bisogno di “scorciatoie”. Il vicesegretario del partito, Andrea Crippa, ha sottolineato come le 230mila cittadinanze concesse nel 2023 siano una prova sufficiente dell’efficacia della normativa vigente.

Al contrario, Forza Italia ha mostrato aperture inattese. Il partito, storicamente contrario allo Ius Soli, sembra ora disposto a discutere di una riforma della cittadinanza basata sul completamento di cicli scolastici. Le proposte in esame vanno dall’ottenimento della cittadinanza a 14 anni, dopo due cicli scolastici, fino ai 16 anni, al termine della scuola dell’obbligo. Questo cambiamento di rotta ha riacceso i riflettori sul tema e potrebbe portare a sviluppi significativi già a partire da settembre.

Nel frattempo, Fratelli d’Italia, il partito della Premier Giorgia Meloni, ha adottato una strategia di silenzio. Meloni, preoccupata di non perdere consensi a favore della Lega, sembra intenzionata a evitare che la questione diventi un argomento divisivo all’interno della maggioranza. Il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, ha ammonito contro la creazione di aspettative ingiustificate nei cittadini, sottolineando che ogni decisione dovrà essere presa solo dopo aver definito il perimetro quantitativo della legge di bilancio per il 2025.

Le proposte delle Opposizioni

Sull’altro fronte, le forze di opposizione sembrano essere unite nell’appoggiare la riforma, pur con sfumature diverse. Il Partito Democratico ha rilanciato con forza il tema dello Ius Scholae, con diverse proposte di legge che mirano a concedere la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato almeno cinque anni di scuola in Italia. Anche il Movimento 5 Stelle, attraverso la proposta di legge della deputata Vittoria Baldino, si è schierato a favore di questa riforma.

Azione e Italia Viva, pur divisi sul piano politico generale, condividono una visione comune sul tema della cittadinanza, proponendo il rilascio della cittadinanza non solo per chi abbia completato un ciclo scolastico, ma anche per chi abbia terminato gli studi universitari in Italia. +Europa e Alleanza Verdi e Sinistra sostengono a loro volta lo Ius Scholae, con proposte simili a quelle avanzate dal PD e dal M5S.

Le incognite sul futuro della Riforma

Il futuro della riforma dello Ius Scholae resta incerto. Da un lato, la convergenza di opinioni tra alcune forze di maggioranza e opposizione potrebbe portare a un risultato sorprendente. Dall’altro, la posizione ambigua di Fratelli d’Italia e il netto rifiuto della Lega rappresentano ostacoli significativi. Il rischio è che, al ritorno dalle ferie, questa “fiammata” estiva possa spegnersi, lasciando spazio alle altre priorità politiche e rinviando nuovamente una decisione su una questione di grande rilevanza per il futuro del Paese.

Giorgia Meloni si trova quindi di fronte a un delicato equilibrio: mantenere la coesione della sua maggioranza, evitando divisioni interne, e allo stesso tempo rispondere a una crescente pressione politica e sociale per una riforma della cittadinanza più inclusiva. Il dibattito è destinato a riaccendersi nei prossimi mesi, con esiti tutt’altro che scontati.

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