Roma, 27 marzo 2025 – L’imprenditoria immigrata è ormai una realtà determinante per l’economia italiana. Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Leone Moressa, realizzato con dati Stockview-Infocamere per la Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, sono ben 786.696 gli imprenditori nati all’estero attivi nel Paese alla fine del 2024, rappresentando il 10,6% del totale degli imprenditori.
Questa crescita non è recente, ma parte di una tendenza consolidata: dal 2014 al 2024, gli imprenditori stranieri sono aumentati del 24,4%, mentre quelli nati in Italia hanno visto una riduzione del 5,7%. Anche nell’ultimo anno la differenza è significativa: imprenditori stranieri in aumento del 1,4%, italiani in calo dell’1,0%.
In testa alla classifica dei Paesi d’origine ci sono la Romania con 79.463 imprenditori e la Cina con 79.079. Significativa anche la crescita recente di imprenditori provenienti da Albania, Moldavia e Ucraina, mentre calano quelli provenienti da Paesi africani come Marocco, Nigeria e Senegal.
La vocazione imprenditoriale degli immigrati risulta particolarmente evidente nella comunità cinese, dove un cittadino su tre (33,4%) diventa imprenditore. Anche tra i cittadini originari del Bangladesh e dell’Egitto il tasso di imprenditorialità supera il 19%. In contrasto, comunità come quella ucraina o quella delle Filippine presentano una presenza imprenditoriale molto ridotta, rispettivamente 3,9% e 1,4%.
La presenza delle donne è particolarmente rilevante: sono oltre 200 mila le imprenditrici immigrate, con la Cina al primo posto (36.011 donne, 16,6% del totale), seguita dalla Romania. Notevole è il caso della Russia e di Cuba, dove la componente femminile supera il 70%.
I settori più scelti dagli imprenditori stranieri sono commercio (29,0%) e servizi (25,2%), ma l’edilizia registra la maggiore incidenza rispetto al totale degli imprenditori nel settore (18,4%). L’agricoltura, benché meno rappresentata, ha avuto l’incremento maggiore negli ultimi dieci anni (+56,1%), seguita dal settore dei servizi (+48,0%).
Dal punto di vista geografico, la Lombardia è la regione con più imprenditori stranieri (174 mila), seguita da Lazio, Emilia-Romagna e Toscana. Le province con numeri più alti sono Milano, Roma e Torino, mentre Napoli ha registrato l’incremento maggiore (+83,7%) nell’ultimo decennio. A Prato, invece, si registra la maggiore incidenza degli imprenditori immigrati sul totale (27,2%).
Secondo la Fondazione Leone Moressa, l’imprenditoria straniera testimonia una chiara volontà di integrazione e di radicamento sul territorio. Tuttavia, rimane ancora debole la collaborazione tra imprenditori immigrati e sistema produttivo nazionale, rendendo necessarie nuove strategie per incentivare sinergie e collaborazioni territoriali.