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Le Ong portano in tribunale il governo: “I porti assegnati sono troppo lontani, violano le leggi internazionali”

Roma, 21 aprile 2023 – Le Ong Sos Humanity, Mission Life-line e Sea Eye hanno deciso di portare in tribunale il governo Meloni per chiarire le assegnazioni dei porti che loro considerano “contro le leggi internazionali”. “Il diritto internazionale prevede che i migranti non solo sbarchino in un porto sicuro, ma ci arrivino anche in sicurezza. Cinque giorni di navigazione con il mare agitato da forti venti orientali non lo sono”, hanno infatti sottolineato di fronte al tribunale civile di Roma.

Migranti, scontro tra Ong e governo Meloni

Ancora una volta, infatti, l’esecutivo Meloni ha predisposto un luogo di sbarco per i migranti distante giorni e giorni di navigazione. Nello specifico si tratta dell’ordine di far rotta a Ravenna arrivato a Humanity 1 dopo l’unico salvataggio effettuato. Per questo motivo le Ong, unite, hanno deciso di interpellare il tribunale civile di Roma. “A bordo i migranti erano stremati da anni di viaggio, dalla Libia e dalla traversata in mare. Assegnare un porto lontano non solo viola le convenzioni internazionali sul diritto del mare, ma è anche una crudeltà verso i naufraghi: persone che avevano il diritto di essere portate a terra il prima possibile“, ha dichiarato il capomissione di Emergency, Emanuele Nannini. “Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti, ma ci è stato negato per motivi di ‘sicurezza e difesa nazionale’. Adesso toccherà al Tar decidere quanto sia legittima non solo l’assegnazione di porti così lontani, ma anche la mancata risposta del ministero al riguardo”, ha poi aggiunto Alessandro Bertini, vicepresidente di Emergency.

“Ravenna, dista oltre 1.600 km dalla posizione della nave al momento del soccorso. La lunga navigazione che ci viene imposta, nonostante altri porti siano molto più vicini, rischia di peggiorare le condizioni dei già vulnerabili sopravvissuti. Non solo è una scelta ingiusta e illogica, ma anche illegittima perchè non conforme al diritto marittimo internazionale, secondo cui un porto sicuro deve essere assegnato con una deviazione minima dal viaggio della nave”, hanno inoltre denunciato da Sos Humanity. Non solo: tali decisioni impongono anche ai centri di coordinamento dei soccorsi di “fare in modo che lo sbarco sia effettuato non appena ragionevolmente possibile”.

Ora sarà compito della magistratura decidere se, e come, le disposizioni del governo siano giuridicamente legittime o meno.

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