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Libia. Affonda barcone, decine di morti: “L’Ue ci aiuti”

I profughi sono annegati poco dopo la partenza. Le autorità libiche: “Con l'assistenza dell'Ue potremmo fermare i flussi"

Roma  -12 maggio 2014 – Mentre nel fine settimana oltre mille migranti sono arrivati in Sicilia e Puglia, dalla Libia è arrivata la notizia dell’ennesima tragedia del mare.

Un barcone carico di profughi (almeno 130 secondo le testimonianze dei sopravvissuti), è affondato al largo di Garabulli, a 50 km a Est di Tripoli. I morti sono almeno 40, compresi donne e bambini, 42 persone sono state salvate, ma ci sarebbero una quarantina di dispersi, mentre sulle cose si continuano a trovare oggetti e bagagli, un segnale, ha dichiarato il colonnello Ayoub Kassem, “che la barca era carica di immigrati”.

Le autorità libiche sono tornate a chiedere l’aiuto dell’Ue per fermare i viaggi della speranza. “L’assistenza dell’Unione europea – ha detto il ministro dell’Interno libico Saleh Maziq – permetterebbe al Paese di fermare i migranti che arrivano illegalmente dalle nazioni sub sahariane, diretti in Europa”.

In un primo momento da Tripoli era filtrata anche la minaccia di facilitare le partenze se questo aiuto non fosse arrivato, un atteggiamento già visto ai tempi del regime di Gheddafi. Una nota del governo ha poi però ribadito la volontà di continuare a collaborare per limitare l'afflusso di migranti.
 

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