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Libia. Miraglia (Arci): “Governo trasforma problema da politico a tecnico”

“Anche con la protezione temporanea prevalgono caos, arbitrio, cialtroneria”

Roma, 22 aprile 2011 – “Il Governo ha scaricato l’accoglienza dei migranti arrivati negli ultimi mesi in Italia sulla Protezione civile, con l’intento evidente di trasformare una questione politica in gestione tecnica, sperando che, in questo modo, le persone si allontanino il prima possibile dall’Italia”.

Lo dichiara Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci (Associazione ricreativa e culturale italiana) secondo il quale le risposte al problema devono essere politiche e non di un “organismo che non ha competenze di questo tipo”.

“La confusione e l’arbitrio dilagano da nord a sud – afferma Miraglia – persone arrivate nella stessa data subiscono, in maniera del tutto incomprensibile, trattamenti completamente diversi. La gestione alla Protezione civile ha estromesso la rete di accoglienza costruita negli ultimi dieci anni e che fa capo allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) con l’affidamento a soggetti senza alcuna competenza l’accoglienza e la tutela dei migranti”. Miraglia aggiunge: “In alcune citta’ del centro Nord, a cominciare da Roma, i migranti vengono lasciati per strada in attesa di sbarazzarsene fornendogli al massimo un biglietto ferroviario per la destinazione prescelta, meglio se oltre i confini italiani”

“Anche con la protezione temporanea prevista dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri – sottolinea Miraglia – prevalgono caos, arbitrio, cialtroneria. Come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, sarebbe stato necessario, anziche’ creare sistemi di accoglienza paralleli senza alcuno standard e alcuna regola, ricondurre questa emergenza ad un’unica regia coinvolgendo a pieno titolo lo Sprar. Saremmo ancora in tempo per percorrere questa strada”.

“Dal famoso villaggio della Solidarieta’ di Mineo tutti i titolari di protezione temporanea sono andati via – aggiunge – ma, preso il treno verso il Nord, si sono accorti che il loro biglietto valeva solo fino allo stretto di Messina e cosi’, senza soldi e senza alcuna ‘protezione’, sono dovuti tornare indietro alla ricerca di un posto dove alloggiare”. Secondo Miraglia “qualcuno dovrebbe spiegare qual e’ la differenza tra loro e quelli che invece, in Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Campania sono stati accolti secondo il piano predisposto dalla protezione Civile” e “perche’, in tante citta’, i tunisini che hanno avuto la protezione temporanea non rientrano nel piano di accoglienza”.

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