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L’Italia e la Migrazione: l’approccio esterno come priorità

Roma, 14 maggio 2024 – Nell’arena politica, dove le opinioni divergenti dominano il dibattito, è raro trovare un terreno comune. Tuttavia, in un recente incontro tra la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e il primo ministro della Repubblica Ceca, Petr Fiala, è emerso un accordo sorprendente sulla gestione della migrazione. Entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza di lavorare con i paesi terzi e i partner internazionali per prevenire i flussi migratori, anziché doverli gestire una volta che si sono verificati.

Questo approccio, centrato sulla dimensione esterna della migrazione, rappresenta un cambio di paradigma significativo rispetto alle tattiche tradizionali. Piuttosto che reagire agli eventi una volta che si sono verificati, l’obiettivo è quello di agire in anticipo, lavorando attivamente per ridurre le cause sottostanti della migrazione e migliorare le condizioni nei paesi d’origine.

Un punto chiave sollevato dalla presidente Meloni è l’iniziativa italiana nota come “Piano Mattei per l’Africa”. Questo piano ambizioso mira a costruire un modello di sviluppo e cooperazione innovativo, basato su una relazione paritaria e reciproca con i paesi africani. L’approccio è intenzionalmente privo di qualsiasi connotazione paternalistica o caritatevole e mira a promuovere uno sviluppo sostenibile che rispetti la sovranità e l’autodeterminazione dei paesi coinvolti.

L’idea di una partnership paritaria rappresenta un’evoluzione significativa rispetto alle politiche coloniali del passato e alle strategie di aiuto tradizionali, spesso criticate per il loro impatto limitato e la mancanza di efficacia nel promuovere lo sviluppo sostenibile. Piuttosto che adottare un approccio paternalistico, l’Italia sta cercando di stabilire una relazione di partenariato basata sulla reciproca fiducia e sulla condivisione delle responsabilità.

Inoltre, l’accento posto sulla prevenzione dei flussi migratori attraverso lo sviluppo economico e la cooperazione internazionale può portare a vantaggi tangibili per tutti gli attori coinvolti. Riducendo la povertà, migliorando l’accesso all’istruzione e alle cure mediche e promuovendo opportunità economiche nei paesi d’origine, si possono creare condizioni che scoraggiano la migrazione forzata e consentono alle persone di realizzare il proprio potenziale nel proprio contesto nazionale.

Tuttavia, nonostante il merito di questo approccio, rimangono sfide significative da affrontare. La cooperazione internazionale richiede un impegno a lungo termine e una coordinazione efficace tra numerosi attori, compresi governi, organizzazioni non governative e enti internazionali. Inoltre, le radici profonde della migrazione – che spesso includono conflitti, disuguaglianze strutturali e cambiamenti climatici – richiedono soluzioni complesse e multilaterali.

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