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Minori. L’Italia riconoscerà la kafala, l’adozione islamica

Sì della Camera alla ratifica di una convenzione internazionale, il minore potrà arrivare in Italia e avrà un permesso per affidamento. La Lega Nord: “È una resa all’Islam, ci mettiamo il burqa”

Roma – 26 giugno 2014- Anche l’Italia sta per riconoscere la Kafala, il principale strumento con cui nei paesi musulmani si tutelano i minori abbandonati o in difficoltà.

Il diritto islamico non ammette adozioni, perché non riconosce legami tra genitori e figli diversi da quelli biologici. Con la kafala stipulata davanti a un giudice o un notaio, però, un minore (makfoul) può essere affidato a una persona (kafil) che si prenderà cura di lui fino alla maggiore età, come farebbe un genitore.

In Italia, dove la legge non la prevede, finora la kafala è stata un problema. Ci sono volute, per esempio, le sentenze dei giudici perché alcuni kafil immigrati potessero portare i minori in Italia con un ricongiungimento familiare. E diversi cittadini italiani di origine straniera, non riuscendo a far riconoscere la kafala, rimangono all’estero per non dividersi dai loro makfoul.

Le cose stanno per cambiare. Ieri dalla Camera è arrivato infatti il primo sì (ora tocca al Senato) alla ratifica della “convenzione sulla responsabilità genitoriale e le misure di protezione dei minori”. La novità principale del disegno di legge è proprio il riconoscimento della kafala nell’ordinamento italiano, che verrà inquadrata come “affidamento o assistenza legale del minore”.

Se il bambino o il ragazzo è in stato di abbadono, la procedura per il riconoscimento passerà attraverso la commissione per le adozioni internazionali, se non è in stato di abbandono se ne occuperà il ministero della giustizia attraverso il tribunale dei minori. In entrambi i casi, le autorità italiane dialogheranno con quelle straniere e valuteranno l’idoneità della famiglia che accoglierà il minore.

Una volta riconosciuta la kafala, il minore potrà entrare in Italia e gli verrà rilasciato un “permesso di soggiorno per assistenza legale” della durata di due anni rinnovabile per periodi di uguale durata se ci sono ancora i requisiti. Quando compirà diciotto anni, potrà convertirlo in un permesso per motivi di studio,di accesso al lavoro o di lavoro come succede oggi per i minori stranieri non accompagnati.

Ieri  alla Camera il disegno di legge è passato grazie ai voti di tutti i partiti, tranne la Lega Nord. Il deputato del Carroccio Luca Rondini ha parlato di “resa nei confronti di una religione che si e' dimostrata incompatibile con i principi su cui si fondano le democrazie occidentali”, mentre il suo collega Luca Buonanno, appena eletto all’Europarlamento, ha promesso che per protesta si presenterà a Strasburgo indossando un burqa.

Elvio Pasca
 

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