in

Livia Turco: “C’è razzismo istituzionale”

"Ostilità preconcetta dovuta al ricatto della Lega". Dibattito sulla criminalizzazione di nomadi e clandestini

Roma – 8 luglio 2008 – "Siamo di fronte ad una sorta di razzismo istituzionale con provvedimenti che contengono azioni mirate nei confronti degli immigrati. Sono stati respinti, senza essere argomentati, ordini del giorno a favore delle politiche di immigrazione e sui temi della povertà. C’e’ un’ostilità preconcetta. Il ricatto della presenza della Lega".

Lo ha denunciato oggi Livia Turco, componente alla Camera della commissione Affari sociali del Pd, intervenendo nella sede della Provincia di Roma all’incontro su zingari e clandestini dal titolo "Il sonno della ragione genera mostri" .

Secondo l’ex ministro della Salute, dovrebbe esserci una distinzione netta "tra le politiche della sicurezza, fondamentali per ogni governo, e il tema dell’immigrazione. Il nostro sforzo dovrebbe essere quello di ‘costruire convivenze’, imporre un dibattito pubblico, un confronto e una battaglia politica in materia partendo da competenze ed esperienze concrete".

Livia Turco si è detta disponibile a costruire "una rete anche con l’appoggio di altri parlamentari, che possa facilitare la costruzione di rapporti tra istituzioni e associazioni. Un appoggio forte, visibile per costruire nuove sinergie -ha proseguito la Turco- contro una cultura della paura e della segregazione. Dove c’e’ cultura della paura -ha concluso- non potrà  esserci serenità e sicurezza per il futuro".

L’incontro di oggi a Roma seguiva l’appello contro la criminalizzazione di zingari e clandestini che ha raccolto oltre 600 adesioni.  I promotori Daniela Carlà, Giuseppe Casucci, Luca Cefisi, Piero Soldini anno organizzato un’assemblea pubblica per favorire un confronto tra esponenti del mondo politico e della società civile.

Tra i firmatari dell’appello anche Savino Pezzotta, presidente del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir): "Bisogna respingere l’idea di emergenza – ha detto – l’Italia è un paese che ha problemi, non emergenze. I 170 mila nomadi presenti sul territorio non sono un’emergenza".

Intervenendo a proposito della rilevazione delle impronte digitali, il presidente dell’Opera nomadi, Massimo Converso, ha sottolineato che questo è un "falso problema ed è estraneo alla gran parte dei rom, dei sinti e dei camminanti: i problemi veri sono la casa e il lavoro. Le impronte potranno essere prese agli ex nomadi solo quando saranno prese anche agli altri cittadini italiani".

EP 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

NOMADI: ALEMANNO,SONO CONTRARIO A PRENDERE IMPRONTE A BIMBI

Al via i Mondiali antirazzisti