Roma, 8 novembre 2024 – Per molti bambini, adolescenti e giovani migranti e rifugiati che arrivano in Italia, l’inizio di una nuova vita comporta sfide significative. Questi giovani non solo devono adattarsi a un nuovo ambiente, ma portano con sé il peso di esperienze difficili e spesso traumatiche. Per rispondere a queste esigenze, l’UNICEF ha lanciato un programma pilota di supporto alla salute mentale e al benessere psicosociale (MHPSS), volto a sostenere l’inclusione e il benessere emotivo dei giovani migranti e rifugiati. Sostenuto dalla Z Zurich Foundation e dalla Zurich Insurance Company, il progetto ha visto una stretta collaborazione con le autorità italiane e la società civile, concentrandosi principalmente su interventi a Milano, Genova e Ragusa.
Migranti, in cosa consiste il programma dell’Unicef
Il sistema di supporto MHPSS per adolescenti migranti in Italia, però, presenta ancora diverse criticità: una carenza di coordinamento tra i centri di accoglienza e i fornitori di supporto psicosociale, e l’assenza di standard uniformi di assistenza in tutte le regioni. L’obiettivo del programma pilota è stato quindi migliorare l’integrazione e la coerenza dei servizi offerti, e favorire pratiche sostenibili per rispondere in modo efficace ai bisogni di questa fascia vulnerabile della popolazione. L’iniziativa si è concentrata su diverse aree chiave. Il primo passo è stato il supporto psicologico nei centri di accoglienza per minori, utilizzando strumenti come l’Adolescent Toolkit dell’UNICEF, per promuovere la consapevolezza emotiva e l’adattamento culturale dei giovani rifugiati. Sono stati inoltre implementati programmi di formazione per i caregiver e il personale dei centri di accoglienza, oltre a corsi specifici per insegnanti, con l’obiettivo di migliorare le capacità di risposta a situazioni emotivamente complesse.
Nel corso dei due anni del progetto, l’UNICEF ha raggiunto 900 adolescenti con il supporto dell’Adolescent Toolkit e il programma “I support my friend”, che promuove il sostegno tra pari. Circa 2.000 adolescenti hanno partecipato a programmi di sviluppo delle competenze, mentre 4.000 operatori, inclusi insegnanti, sono stati formati per gestire meglio le esigenze psicosociali dei giovani migranti. Il supporto è stato esteso anche ai caregiver, tra cui tutori volontari e famiglie affidatarie, per migliorare le relazioni con i giovani e rafforzare il loro stesso benessere. Un altro passo fondamentale è stato la creazione della Comunità di Pratiche (CoP), una rete di operatori e professionisti del settore MHPSS provenienti da diverse regioni italiane. Questo gruppo si è riunito per condividere esperienze e sviluppare raccomandazioni da presentare alle autorità locali e nazionali, con l’obiettivo di standardizzare e migliorare la qualità dei servizi in tutta Italia.
Il programma ha suscitato anche l’interesse della Z Zurich Foundation. Sofyen Khalfaoui, Head of Improving Mental Wellbeing della fondazione, ha elogiato l’efficacia del progetto durante una visita a Milano: “Ho potuto vedere come i nostri sforzi, insieme ai partner locali, stanno dando risultati concreti. Questo mi rende orgoglioso e fiducioso.” Con questi importanti risultati, il progetto dell’UNICEF potrebbe rappresentare un modello per altre nazioni che affrontano sfide simili, offrendo un approccio integrato e sostenibile per garantire il benessere psicosociale di bambini e adolescenti migranti e rifugiati.
>> Tutte le notizie di Stranieri in Italia