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Migranti e lotta al caporalato: a Corigliano-Rossano un nuovo progetto di inclusione e accoglienza

Roma, 11 ottobre 2022 – Il caporalato continua a essere una realtà caratteristica del settore agricolo, in particolar modo al sud. E le principali vittime sono i migranti. Non mancano, tuttavia, le lotte contro questa forma di sfruttamento, e un esempio è proprio il successo di Coro For In, il progetto di inclusione e accoglienza partito da Corigliano-Rossano.

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Migranti e caporalato, un progetto di inclusione

“Lotta al caporalato, circa un terzo dei lavoratori stranieri (sui 236 profilati) impiegati negli uliveti e agrumeti della Piana di Sibari, destinatari dei voucher per sostenere le spese abitative, hanno continuato a vivere nelle stesse abitazioni assumendo a proprio nome il contratto di locazione. È questo, uno dei risultati che più di tutti testimonia il successo di Coro For In, il progetto che da Corigliano-Rossano ribalta stereotipi e tabù. Accoglienza e inclusione sociale non sono chimere“, è stato spiegato durante l’evento di presentazione dei risultati del progetto inserito nell’ambito di Su.pr.Eme Italia. Finanziato dalla Commissione europea nell’ambito dei fondi Amif, promuove attività e azioni di sensibilizzazione al fenomeno con eventi itineranti.

L’appuntamento “Nutriamo la speranza di um modo migliore” è stato ospitato dal Centro d’eccellenza, allo scalo di Corigliano, e si è concluso con un patto territoriale per l’accoglienza. Come sottolineato dalla vicesindaca Maria Salimbeni, il progetto risponde alle esigenze di potenziare e migliorare la coesione della città unica. Inoltre, si pone l’obiettivo di accompagnare l’impegno che gli operatori del settore agricolo stanno portando avanti per garantire percorsi di legalità. Passo dopo passo, infatti, lo scopo è quello di raggiungere diversi traguardi come la sperimentazione abitativa temporanea e di supporto per le campagne di raccolta. O ancora la promozione di nuove forme di auto-imprenditorialità. L’inclusione delle nuove generazioni e dei minori appartenenti a famiglie di immigrati stanziali per contrastare la dispersione scolastica. Oppure, tra i vari step, ci sarà quello di promuovere la partecipazione verso una cittadinanza attiva.

Il tutto dovrà partire dalla quantificazione dei soggetti presenti nel territorio. Come sottolineato da Valerio Paduano, responsabile dell’area Ricerche Promidea cooperativa sociale, infatti, pare che nella prima fase del progetto ci siano circa 1003 cittadini presenti nell’area. Di questi, il progetto ha 544 persone rispetto al progetto abitare. Alcune sono state prese prese in carico da Mondiversi rispetto all’emersione di donne potenzialmente vittime di tratta.

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