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Deturpata la scultura contro il razzismo a Castel Sant’Angelo. Jago: “Mi dispiace per Roma”

Roma, 11 ottobre 2022 – Camminando lungo Ponte Sant’Angelo, in direzione dell’omonimo Castello, ci si imbatte in una scultura posizionata a terra. Si tratta del corpo di un giovane migrante, addormentato, a grandezza naturale. L’opera, realizzata dall’artista Jago, si intitola “Sono pronto al flagello”, e vuole essere un simbolo contro il razzismo che dilaga nel nostro Paese. O per lo meno voleva: nei giorni scorsi, infatti, è stata “deturpata e devastata in maniera davvero importante”.

Razzismo, distrutta a Roma la scultura di Jago

Secondo le intenzioni dell’artista, la scultura simbolo dell’anti razzismo sarebbe dovuta essere battuta all’asta con una base di partenza di 1,250 milioni di euro. Il ricavato, poi, sarebbe stato destinato a un’associazione che aiuta i profughi. “Mi dispiace per Roma. Comunque il titolo dell’opera era ‘sono pronto al flagello’, quindi sapevo che sarebbe successo”, si è limitato a commentare l’autore Jacopo Cardillo, in arte Jago.

“A differenza di altri sfregi subiti in passato (varie dita, una mano e poi un braccio) questa volta la scultura è stata deturpata in maniera da comprometterne la permanenza in un luogo pubblico, poiché la mancanza della parte inferiore delle gambe l’ha resa tagliente e pericolosa anche per coloro che l’avrebbero solo sfiorata. Anche questa volta dobbiamo constatare che siamo costretti a privare la città e coloro che la visitano di un’opera d’arte già entrata nei cuori dei moltissimi che l’hanno potuta ammirare dal vivo. Faremo di tutto per rintracciare gli incivili che hanno commesso lo sfregio, che verranno duramente perseguiti anche grazie alle nuove norme che tutelano i beni culturali”, ha spiegato inoltre l’asessora alla sicurezza del I municipio di Roma Giulia Silvia Ghia.

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