Roma, 7 aprile 2025 – All’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio Nazionale Forense, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha criticato la magistratura per un presunto “sviamento giudiziario” nelle politiche migratorie. Secondo Mantovano, i giudici, attraverso una “giurisprudenza creativa”, interpretano in modo estensivo le norme costituzionali, influenzando decisioni che spettano al legislatore e minando la sovranità popolare. Ha evidenziato come leggi sull’immigrazione siano spesso disattese, talvolta dopo dichiarazioni pubbliche in tal senso.
Il vicesegretario dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Stefano Celli, ha replicato suggerendo che, se il governo ritiene che la magistratura abbia ecceduto nelle sue funzioni, dovrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale per un conflitto di attribuzione.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha invece sottolineato che le attuali problematiche non sono più legate a ideologie politiche, ma a logiche di potere derivanti dalla degenerazione delle correnti interne alla magistratura.
Questo dibattito evidenzia nuovamente le tensioni tra potere esecutivo e giudiziario riguardo alle politiche migratorie, sollevando interrogativi sull’equilibrio tra l’indipendenza della magistratura e la sovranità popolare.