Roma, 15 novembre 2023 – Una recente indagine Eurobarometro, diffusa dalla Commissione Europea, rivela che il 39% delle piccole e medie imprese italiane ha attivamente cercato lavoratori migranti per fronteggiare la cronica carenza di personale. In particolare il nostro Paese, colpito dal problema più del resto dell’Unione europea, registra il 69% delle PMI che dichiara difficoltà nel reperire impiegati. Dato nettamente superiore rispetto alla media europea del 62%.
Migranti, la PMI chiedono più lavoratori stranieri
Secondo Bruxelles, la carenza di competenze è un problema in costante crescita, che coinvolge tutti gli Stati membri e tutti i settori economici. L’indagine si è concentrata sulle micro, piccole e medie imprese evidenziando che, in media, più l’azienda è grande, più è difficile trovare personale nell’Unione europea. In Italia, però, è il contrario: le microimprese con meno di 10 dipendenti (69%) e quelle fino a 50 dipendenti (68%) segnalano le maggiori difficoltà, mentre le imprese più grandi (oltre 250 dipendenti) registrano il 59% di imprese con problemi di reperimento di lavoratori.
Per colmare questa lacuna, il 40% delle PMI italiane ha cercato personale tra gli stranieri. Superando la media europea e attestandosi a un livello più alto rispetto a Germania (32%), Francia (19%) e Spagna (29%). Nonostante l’immigrazione sia una questione dibattuta in Italia, quindi, sembra che la presenza di lavoratori migranti sia vista positivamente dalle PMI, che costituiscono il cuore pulsante del sistema economico del Paese. Le competenze richieste sul mercato del lavoro italiano evidenziano una domanda predominante per le professioni tecniche (39%). Seguono poi gli addetti alle vendite e ai servizi di customer care (18%). L’11% delle PMI cerca esperti IT e professionisti nel settore della ricerca e sviluppo. Anche nel resto d’Europa, la carenza di personale qualificato impone un peso significativo sulle PMI, soprattutto nei settori industriale e manifatturiero.
La Commissione Europea, per affrontare questa problematica, ha elaborato diverse proposte. Tra queste, un piano volto a favorire l’immigrazione legale attraverso una procedura semplificata per ottenere il permesso unico, combinando lavoro e soggiorno. L’obiettivo è agevolare l’arrivo di lavoratori stranieri, garantendo loro maggiori diritti sociali e la possibilità di portare con sé le proprie famiglie. Il piano mira anche a semplificare il processo sia per i richiedenti che per i datori di lavoro, consentendo loro di presentare la domanda per il permesso unico sia nei Paesi terzi che negli Stati membri dell’Unione europea.
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