Roma, 25 settembre 2020 – Intervenuta in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, la responsabile del Viminale Luciana Lamorgese in merito alle procedure di rimpatrio europee previste dal nuovo Patto ha sottolineato che “non sa che fino a che punto queste possano essere effettivamente efficaci: perché le ipotesi di dare responsabilità di rimpatrio agli Stati membri diversi da quelli di sbarco mi sembrano difficilmente coniugabili con l’efficienza e la rapidità. Vorrei capire quali sono gli aspetti di ordine pratico e giuridico”.
Da una prima analisi – ha detto – ci sembra di cogliere da un lato elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli anni scorsi, ma non c’è quel netto superamento degli accordi di Dublino e che rimetterebbe sul tavolo le trattative, previste ad ottobre, con i ministri dell’Interno d’Europa per una strategia complessiva dell’Ue”.
Per questo, ha terminato Lamorgese “chiederemo il superamento completo dall’attuale sistema che ruota intorno alla responsabilità dello Stato in ingresso e che non può essere gravato da oneri difficilmente sopportabili”.