Roma, 11 aprile 2023 – L’incremento degli sbarchi dei migranti degli ultimi mesi ha portato l’Italia a dichiarare lo stato di emergenza per i prossimi sei mesi. Secondo i dati riportati dal Viminale, infatti, da gennaio a oggi sono giunti sul suolo italiano 31.292 profughi. Un numero che supera di quasi quattro volte e mezzo gli arrivi dello stesso periodo del 2021. La proposta, quindi, è stata presentata dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nellu Musumeci, e permette di accedere a un primo finanziamento da cinque milioni di euro.
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Migranti, dichiarato lo stato di emergenza
“Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ben consapevoli della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300%. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo a un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea“, ha sottolineato Musumeci. Alcune fonti di governo, poi, hanno fatto sapere che lo stato di emergenza “consente di assicurare risposte più efficaci e tempestive sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale. Il numero degli sbarchi è largamente superiore rispetto al passato. L’esecutivo quindi risponde prontamente dichiarando su tutto il territorio nazionale per un periodo di sei mesi lo stato di emergenza. Per l’attivazione e l’avvio delle prime misure urgenti sono stati stanziati cinque milioni di euro previsti dal Fondo per le emergenze nazionali”.
Inoltre, sempre secondo le fonti di Palazzo Chigi, è stato dichiarato che in questo modo “si potranno realizzare procedure e azioni più veloci. E offrire ai migranti soluzioni di accoglienza in tempi brevi con adeguati standard”. Nella procedura saranno coinvolte anche la Protezione Civile e la Croce Rossa italiana “con il loro bagaglio di esperienze e dotazioni”. Contemporaneamente, grazie allo stato di emergenza, “si potranno aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr), potenziando le attività di identificazione ed espulsione”.
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