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Moschee. La Lega (ri)propone un giro di vite

Bricolo e Mazzatorta: “Moratoria fino a intesa Islam-Stato, autorizzazioni dalle Regioni”. Intanto,  i vescovi difendono la libertà di culto

Roma – 24 maggio 2011 – Preoccupata per un sorpasso di Berlusconi sull’allarme islamizzazione, i leghisti ritirano fuori dal cilindro le loro proposte antimoschee.

Sono in un disegno di legge appena depositato al Senato dal capogruppo del Carroccio Federico Bricolo e dal vicecapogruppo Sandro Mazzatorta. Frenerebbe la costruzione di nuove moschee fino alla stipula di un’intesa tra Stato Italiano e Islam, eventualità che al momento sembra piuttosto lontana, anche per la mancanza di una controparte rappresentativa.

In via transitoria, la costruzione di edifici di culto sarebbe sottoposta all’autorizzazione delle Regioni e a un referendum tra gli abitanti dei Comuni interessati. Le moschee andranno costruite lontano dalle chiese, alloro interno non potranno svolgersi attività educative, culturali o commerciali, saranno vietati gli altoparlanti per le preghiere dei muezzin e gli imam dovranno essere iscritti a un albo e predicare in italiano.

Poche novità, insomma, rispetto ad altre proposte già portate dalla Lega in Parlamento. Un disegno di legge  molto simile è stato presentato da Andrea Gibelli e Roberto Cota alla Camera nel 2008 ed è da allora parcheggiato in Commissione Affari costituzionali.  In campagna elettorale, però, repetita iuvant.

I vescovi: “Libertà di culto”

Intanto però la Chiesa Cattolica sembra seguire un’altra linea. Stamattina, il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha ribadito che la Chiesa difende ”il diritto alla libertà religiosa anche nella disponibilità dei luoghi di culto per esercitare questo diritto fondamentale”.

“La moschea, – ha aggiunto Crociata – oltre ad essere un luogo di preghiera, e’ anche un centro culturale, d’incontro e di aggregazione”, quindi nella sua realizzazione “bisogna tenere conto delle esigenze della vita sociale della nostra comunità secondo quanto stabilito dalla Costituzione”.

Sul tema è interviene anche Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e presidente del Consiglio Cei per gli Affari giuridici, a margine di un convegno alla Grande moschea di Roma.

”Noi – ha assicurato Mogavero – non abbiamo nessuna riserva nei confronti dei luoghi di culto, lamentiamo che non sempre ci vengano riconosciuti i diritti di avere anche noi dei luoghi di culto dove li chiediamo, ma non per questo possiamo ripetere qui quell’errore di principio e di carattere umanitario. Chiunque ha la libertà di professare la propria fede e ha il diritto di professarla nei luoghi che gli sono consoni”

Elvio Pasca

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