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Ordine medici di Udine: “Garantire cure ai clandestini”

"Nessuna segnalazione se il paziente è un irregolare" UDINE, 5 gennaio 2009 – "Il medico non è un delatore e risponde all’obbligo deontologico di garantire assistenza a tutti senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera".

Sono le parole delpresidente dell’Ordine dei Medici di Udine Luigi Conte che ha dichiarato apertamente "sì alle cure ai clandestini".

"E’ fondamentale – ha sottolineato – garantire le cure anche agli immigrati irregolari che se venissero meno o si frapponessero barriere ideologiche creerebbero una clandestinità sanitaria, pericolosa per l’individuo e per la collettività". "Con questo non si vuole negare la giusta e condivisibile attenzione che va posta al problema della sicurezza – ha aggiunto Conte – ma riteniamo che essa vada coniugata con uguale attenzione con i principi civili e sociali del nostro Paese, da sempre ispirati alla solidarietà, all’accoglienza e alla tutela della salute, senza tralasciare la doverosa attenzione ai principi etici e deontologici fondamentali della professione medica".

Il presidente Conte ha approvato quindi la linea regionale secondo cui "è doveroso prestare le cure anche agli irregolari" e ha colto l’occasione "per fare una critica alla posizione espressa tempo fa dal ministro Sacconi secondo cui il medico curante deve segnalare se il paziente è un irregolare".

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