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Pacchetto sicurezza e respingimenti sotto la lente dell’Ue

Barrot: "Italia rispetti norme europee e internazionali. Esaminiamo tutto ciò che fa e intende fare" Roma – 15 luglio 2009 –  La Commissione Europea continua a tenere d’occhio il pacchetto sicurezza e chiede chiarimenti all’Italia sui respingimenti nel Mediterraneo.

"Bisogna che l’Italia rispetti non solo le norme europee ma quelle internazionali, in particolare, non ci può essere la possibilità di rimpatrio in quei Paesi dove non ci sono garanzie di protezione consolare” ha detto oggi a Bruxelles il commissario per Giustizia, Libertà e Sicurezza, Jacques Barrot.

"Abbiamo interrogato il governo italiano – ha aggiunto Barrot – sulle misure intraprese in materia di immigrazione irregolare. Stiamo aspettando ed esaminiamo tutto ciò che l’Italia fa e intende fare. Al momento opportuno giudicheremo”.

Una linea ribadita poco fa anche da Michele Cercone, portavoce del commissario Barrot.  "L’esame del pacchetto sicurezza italiano e’ ancora in corso. I nostri servizi sono in contatto con le autorità italiane per verificare la compatibilità". Ma sul reato di clandestinità, ha sottolineato Cercone,  “la Commissione Ue non ha nessuna competenza diretta, visto che rientra nella sfera del diritto penale".

"Quanto alla gestione dei flussi migratori nel mediterraneo, inclusi i respingimenti da parte delle autorità italiane verso la Libia, Barrot è stato molto chiaro: il principio di non rimpatrio è iscritto nel diritto internazionale e anche in questo caso stiamo chiedendo alle autorità italiane delle informazioni per vedere esattamente quello che stanno facendo e in che modo queste operazioni sono condotte. Siamo sempre in contatto con le autorità italiane per verificare questo punto" ha proseguito Cercone.

Sui respingimenti ha chiesto chiarimenti al governo anche l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, dopo le testimonianze di un gruppo di eritrei riaccompagnati in Libia. Questi hanno denunciato di non aver potuto chiedere protezione all’Italia e di essere stati  anzi maltrattati e feriti dai nostri marinai.

EP

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