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PARLAMENTO: TUTTI I PROVVEDIMENTI CHE RESTANO AL PALO

(ANSA) – ROMA, 5 FEB – Con lo scioglimento delle Camere l’esame di tutti i provvedimenti all’esame del Parlamento viene interrotto. Gli unici che potranno continuare ad essere discussi dalle Camere, per i loro requisiti di necessità e urgenza, sono i decreti. Questa, in sintesi, una panoramica dei testi che in questa legislatura non vedranno la luce. – ECONOMIA. 1) RENDITE E AFFITTI – La delega fiscale al governo nella quale si sarebbe dovuto affrontare il tema dell’armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie: il progetto, che ‘giace’ da mesi in commissione Finanze alla Camera, era quello di unificare al 20% la tassazione sulle rendite finanziarie (ora al 12,5%) e quella sui conti correnti ora al 27%. Si prevedeva anche una cedolare secca del 20% sui redditi da affitto. 2) DECRETI ATTUATIVI FINANZIARIA – Sono molti i provvedimenti in Finanziaria che rimandano, per l’attuazione, a successivi decreti che un futuro esecutivo potrebbe decidere di non adottare. Ad esempio, doveva essere un decreto da emanare entro sei mesi a stabilire le modalità con le quali determinare i conguagli sulle somme trasferite ai Comuni dopo il taglio dell’Ici. Ma, tra gli altri, c’era anche il decreto che avrebbe dovuto indicare le modalità per l’esenzione del canone Rai per gli over-75enni. In tutto, il governo Prodi ha rimandato molti contenuti della manovra a circa 150 decreti attuativi. 3) LIBERALIZZAZIONI – La terza ‘vagonata’ di liberalizzazioni é ferma al Senato. Si voleva inserirla nel ‘treno’ della Finanziaria ma senza successo: si va dalla revisione radicale del massimo scoperto in banca fino all’ esenzione dalla privacy per le imprese con meno di 15 dipendenti. Ferma, sempre a Palazzo Madama, in commissione industria la Bersani-ter per la liberalizzazione dei settori dell’ energia elettrica e del gas. 4) SERVIZI PUBBLICI LOCALI – Salta anche il Ddl Lanzillotta per la riforma dei Servizi pubblici locali. Anch’esso ‘impantanato’ al Senato alla Commissione Affari Costituzionali. 5) FEDERALISMO FISCALE – L’esame del ddl presentato il 29 settembre scorso alla Camera non è mai partito. 6) SALVA LA ROTTAMAZIONE AUTO – La rottamazione auto si salva. E’ contenuta nel decreto ‘milleproroghe’ già incardinato all’esame del Parlamento che è obbligato a convertirlo. 7) CATASTO – Il decentramento è stato avviato ma manca un dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri) che di fatto rende operativo il decentramento ai Comuni trasferendo risorse e personale. Decreto che però potrebbe comunque essere varato. 8) VISCO SUD – E’ arrivato il sì di Bruxelles ma per il credito di imposta destinato alle imprese del Sud occorre un provvedimento ad hoc per ripristinare i fondi 2007. L’impegno è di inserirlo nel decreto ‘milleproroghe’. – SICUREZZA E IMMIGRAZIONE. 1) ESPULSIONI – Il 28 dicembre il governo ha varato il nuovo decreto sulla sicurezza, dopo che quello approvato dopo l’omicidio di Giovanna Reggiani era stato lasciato decadere per colpa delle norme sull’omofobia. Un decreto definisce le espulsioni immediate dei cittadini comunitari per "motivi imperativi di pubblica sicurezza", anche quelli sospettati di terrorismo; un decreto legislativo regola invece le altre forme di allontanamento. 2)IMMIGRAZIONE. Il ddl Ferrero e Amato che riforma la contestata legge Bossi-Fini con l’intento di ampliare gli ingressi regolari è in Commissione Affari Costituzionali della Camera. Novità, l’introduzione del permesso di soggiorno per lavoro e il superamento dei cpt; torna lo sponsor a garanzia dell’immigrato. – GIUSTIZIA. 1) DDL INTERCETTAZIONI – Voluto dall’ex Guardasigilli Mastella, il ddl prevede un inasprimento di divieti e sanzioni come deterrente alla pubblicazione di intercettazioni. Approvato alla Camera è fermo al Senato. 2) DDL PER ACCELERAZIONE PROCESSI CIVILI E PENALI – Fermi in Parlamento anche i due testi che hanno come obiettivo la riduzione delle fasi processuali, così da consentire di arrivare a sentenza definitiva dopo 5 anni. 3) USURA: il ddl era pronto per esser approvato al Senato, forse in sede deliberante dalla Giustizia, dopo un accordo bipartisan raggiunto a dicembre.

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Rassegna immigrazione 6/2/2008